Morte dell’ex assessore Montillo, si Tratta di un caso di malasanità?
Una perdita pesata su un’intera comunità che ha detto addio a Francesco Montillo professore in pensione e conosciuto esponente della politica locale nel ruolo che ha ricoperto per anni come assessore al bilancio all’interno del consiglio comunale di Montepaone. Una storia che intreccia il caso di una supposta malasanità oggi alla ribalta per un’inchiesta che proprio da una denuncia dei familiari è partita nei confronti di una struttura ospedaliera di Catanzaro. Alla base, l’infezione fatale che ha portato alla morte del professore settantenne a seguito di un’operazione di bypass che tecnicamente era andata a buon fine; nella storia l’ombra di un caso che non sarebbe isolato, come raccontano i familiari, che avrebbero nella stessa struttura ospedaliera del capoluogo, sentito altri parenti di persone decedute per la medesima infezione nello stesso periodo. Tutto è partito ad inizio estate nel mese di giugno quando Montillo si era recato nella struttura ospedaliera di Soverato per una dissenteria che non cessava da giorni. I medici del pronto soccorso intuendo qualcosa di più serio e valutando i problemi cardiaci precedenti dell’uomo, avevano deciso per il suo trasferimento nell’ospedale civile di Catanzaro dove è stata eseguita una coronografia dall’esito positivo che aveva portato i medici a disporre l’immediato trasferimento d’urgenza al Sant’Anna Hospital di Catanzaro, centro specializzato nella cura di malattie cardiache. Il carattere d’urgenza e il rischio di un possibile trasferimento, aveva scoraggiato la famiglia dell’uomo ad una possibile alternativa in nord Italia cosicché si era deciso di accettare un intervento nella struttura catanzarese. L’intervento era delicato ma non era certo il primo all’interno della clinica i cui medici, individuando la parziale ostruzione dell’aorta, avevano deciso di operare per realizzare un bypass che permettesse di ovviare al problema creatosi nel paziente. Operazione riuscita perfettamente (spiegano oggi i parenti) effettuata il 6 giugno scorso. Come di prassi nel giorno seguente all’intervento Montillo viene trasferito in terapia intensiva ed è lì che inizia il calvario per l’uomo e la sua famiglia che si accorge di qualcosa di strano. La moglie del professore nota l’innalzamento della temperatura e delle perdite di liquido dalla ferita che risulterà infetta, portando i medici a decidere per un nuovo intervento concepito per “pulire” la ferita. Anche qui notizie confortanti per i familiari che hanno atteso due settimane in cui il paziente è stato messo in coma farmacologico con la piena convinzione di un suo ritorno a casa. Una prospettiva che non si verificherà mai e a prenderne coscienza è la stessa famiglia, informata successivamente di una seconda infezione ai polmoni. Il 4 agosto i parenti vengono messi al corrente delle condizioni disperate del paziente e qui arriva la prima denuncia da parte di uno dei figli del professore che chiede che venga fatta luce sull’accaduto. La Procura apre un fascicolo per “lesioni aggravate” capo d’accusa che muterà dal 27 agosto, data del decesso dell’uomo, in “omicidio colposo” a carico di ignoti. Sul corpo dell’uomo è stata disposta l’autopsia i cui risultati sono finiti sulla scrivania del pm Valeria Biscottini che sta valutando non solo il caso dell’uomo montepaonese ma anche gli altri denunciati nel medesimo periodo. Ora a Montepaone si chiede giustizia, a farlo per primi i quattro figli dell’amato professore decisi a verificare la veridicità delle voci che vorrebbero già noti altri casi analoghi precedenti a quello dell’ex assessore montepaonese, ma anche tutta una comunità che si è stretta attorno alla famiglia, riconoscendo il valore personale e professionale di un uomo di cui si sente la mancanza. Nel rispetto del dolore di chi improvvisamente si è visto strappare l’amato padre, si cercano adesso le necessarie risposte in un atto dovuto non solo alla memoria di chi non c’è più ma ai tanti pazienti che con fede si sono rivolti e continuano a farlo, ad una struttura che in passato ha salvato diverse vite e sui cui si sente la necessità di tornare ad avere fiducia.
Sabrina Amoroso- Gazzetta del Sud sabato 7 settembre