In occasione della ricorrenza del 1° centenario della Grande Guerra (1915-2015) e, quindi, della chiamata in armi dell’Italia, che ha segnato i destini di intere generazioni, l’Occhio del Pavone realizza un’intensa azione di ricerca, studio, documentazione che si qualifica per il coinvolgimento e la partecipazione attiva di cittadini, famiglie, Associazioni, Enti, Istituzioni, gruppi giovanili e che trova un suo primo momento di diffusa socializzazione e pubblicizzazione nel Convegno realizzatosi sabato 20 giugno, alle ore 17:30, nella Sala Conferenze della prestigiosa Sede ANUTEL a Montepaone Centro.
Al tavolo dei relatori:
- Massimiliano Cappuccino, L’Occhio del Pavone, ideatore e responsabile del Progetto Montepaone in Guerra;
- Mario Saccà, Presidente Associazione Calabria in Armi, che ha relazionato su Catanzaro e la Grande Guerra: dagli inizi alla commemorazione dei caduti, e che ha concesso l’autorizzazione a trasportare nella sede ANUTEL cimeli della Grande Guerra per realizzarne l’esposizione;
- Giuseppe Casaletto, artista, curatore dei WorkShop e creatore dell’opera Carnet;
- Oreste Sergi Pyrrò, architetto, che soffermandosi sul contributo alla Patria della famiglia Pyrrò-Di Siena, ha richiamato l’attenzione sugli Ufficiali Cesare e Gregorio Pyrrò, di Montepaone;
- Vincenzo Santoro, studioso di storia militare, che ha presentato la figura dell’aiutante di battaglia Vincenzo Santoro, di Montepaone;
Ad apertura lavori, il saluto del Presidente ANUTEL Francesco Tuccio, che, manifestando da subito apprezzamento per l’iniziativa, si è detto onorato di poterla ospitare nei locali dell’Associazione Nazionale Uffici Tributi Enti Locali di Montepaone.
Moderatore Sandro Betrò, responsabile Biblioteca Civica Cesare Pyrrò, volontario L’ARCA, che ha illustrato le fasi del WorkShop: Scenari della Grande Guerra: Una memoria…mai dimenticata, rivolto a gruppi di giovani studenti ma partecipato anche da adulti.
Il Workshop, attivato ad Aprile e conclusosi a Giugno 2015, è stato veicolo di approfondimento e sensibilizzazione sulla Prima Guerra Mondiale non solo con letture specifiche e cineforum ma anche attraverso ricerche e studi sulle immagini più significative dei luoghi interessati.
Il plastico, prodotto finale del percorso intrapreso, rappresenta, in modo ravvicinato, tre luoghi cardine, scelti tra i vari scenari di guerra:
- il fiume Piave, luogo e confine simbolo dell’intera Guerra;
- la città di Santa Maria la Longa (UD) sede di una pagina nera della storia militare: la fucilazione, a scopo di decimazione, di un gruppo di fanti della gloriosa Brigata Catanzaro;
- le montagne del Carso, teatro di guerra e morte tra italiani ed austriaci intenti alla conquista o al recupero di qualche posizione o cima(in gergo militare).
Antonio Cappuccino, Arianna Maria Rattà, Felicita Tuccio, Francesco Ranieri, Gregorio Rattà Leonardo Presterà, Mattia Viscomi, Paolo Russo, Rocco Procopio, Valentina Spadea: questi i ragazzi che hanno lavorato, concretamente, al plastico, con l’autorevole guida e supervisione del Prof. Giuseppe Casaletto, sulla cui opera Carnet, torneremo con un approfondimento dedicato.
Carnet… quasi uno scrigno, che custodisce i simboli della propria identità, dell’appartenenza al proprio territorio, ben delineata dai soggetti scelti a rappresentarla: il fico e il luogo da cui si partiva per il fronte: a ficara do lampu; e poi, il Paese; la strada …
In chiusura, l’intervento del neo-eletto Sindaco di Montepaone, Mario Migliarese, che nel porgere i saluti di tutta la Giunta, oltremodo presente al Convegno, si è congratulato per la lodevole iniziativa, accogliendo, positivamente, l’invito rivoltogli da Massimiliano Cappuccino sulla necessità di collocare su un’unica area i monumenti dedicati ai caduti, dislocati in spazi diversi anche se vicini, e di intervenire per correggere delle lacune circa l’assenza e l’inesatta indicazione di nomi e provenienza di alcuni di essi sulle lapidi marmoree commemorative site in Piazza Immacolata, Montepaone Centro.
Non sono mancati, a margine del Convegno, i ringraziamenti ad Autorità, Associazioni, cittadini, famiglie che si sono resi e che si renderanno disponibili a collaborare al progetto.
Gli intermezzi musicali sono stati curati dal giovanissimo musicista Gabriel Giannotti (piano e violino) del Conservatorio F. Torrefranca di Vibo Valentia.
Come in ogni cerimonia che si rispetti, un generoso e invitante buffet casalingo, con prodotti e preparazioni tipiche rigorosamente del luogo, è stata opportunità conviviale per confrontarsi e salutarsi dandosi appuntamento ai prossimi incontri in programma:
- la mostra dedicata, da realizzarsi nel Centro Storico di Montepaone nel mese di Agosto;
- l’emissione di cartoline celebrative, con annullo speciale di Poste Italiane, a cura dell’Associazione L’ARCA.
Nel triennio 2015-2018 si intensificheranno le collaborazioni con Enti, Associazioni, Istituti Scolastici, famiglie, al fine di un maggiore coinvolgimento nella realizzazione dell’iniziativa che a, fine triennio, troverà compimento con l’uscita di una specifica pubblicazione editoriale.
A questo punto, è d’obbligo una prima precisazione:
Montepaone in guerra, progetto di ampio respiro e originalissimo nella sua specificità, pensato nell’ambito delle iniziative a marchio L’Occhio del Pavone, ha ottenuto l’approvazione dalla Struttura di Missione per gli Anniversari Nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che riconoscendone la valenza di ricerca storica, lo ha inserito a pieno titolo nelle manifestazioni a rilevanza Nazionale per il Centenario della Grande Guerra; è patrocinato dalla Prefettura di Catanzaro, dal Comune di Montepaone, dall’Associazione ANUTEL, dall’Associazione Calabria in Armi per la Patria; è sponsorizzato dalla Banca di Credito Cooperativo di Montepaone e si realizza in partnership con L’ARCA-Biblioteca Civica Cesare Pyrrò.
L’Occhio del Pavone osserva, ricerca, analizza, rende conto; scava negli anfratti; obbliga a guardare nei cassetti, nelle scatole, nelle scartoffie; raccoglie testimonianze, prove; si documenta; ricostruisce, fedelmente, da puzzle sparsi, l’insieme.
E cosi, vite silenziose, solitarie, quasi annullate, finalmente, acquistano luce, vengono alla luce!
Gesti, intenzioni, ideali segreti, o meglio ignorati, non conosciuti, emergono in tutta la loro importanza.
Eroi discreti, semplici, silenziosi, hanno il loro giusto riconoscimento di protagonisti della storia.
Il nome del Progetto Montepaone in Guerra, viene spiegato, non è stato scelto a caso; esso sta a significare che, attraverso i suoi valorosi uomini, tutta la comunità montepaonese ha vissuto la guerra a distanza attraverso la corrispondenza postale, giornali, notizie giunte verbalmente da Catanzaro con un parente, un amico, un conoscente.
Il progetto, così strutturato, è volto alla ricerca e allo studio di documenti, cimeli, fotografie dei soldati montepaonesi, reduci e caduti, impegnati nel conflitto al fine di creare un quadro il più possibile esauriente del contributo dato dalla comunità di Montepaone alla Nazione in guerra; inoltre sarà un modo per indagare, a livello locale, su un periodo storico ben determinato, già segnato da diverse criticità.
Ne viene fuori, senza banali trionfalismi, un documento di ricerca storico-antropologica che è specchio della società del tempo.
Si potrebbe evidenziare che la storia, quella dei libri, quella ufficializzata, è come le statistiche; la narrazione storica ubbidisce a delle logiche e queste logiche mortificano, a volte, vissuti esperienziali che dicono molto dell’essenza dei popoli; le statistiche sono quantificazioni; a volte non coprono la fenomenologia dell’universo sotto esame.
Non si può nascondere l’emozione, non si può non dire dei brividi a pelle d’oca, non si può celare la commozione che si è respirata.
Si, il pubblico si è emozionato e commosso nell’assistere alla ricostruzione puntuale della biografia di propri familiari e conoscenti combattenti al fronte nel periodo della prima guerra mondiale; biografie preziose per lo scenario che ne emerge anche in presenza di documentazione limitata, archiviazioni sommarie, informazioni inesatte, come ci tiene a sottolineare Massimiliano Cappuccino, ideatore e curatore del Progetto Montepaone in guerra che L’ARCA condivide in pieno. Straordinaria, poi, l’idea di coinvolgere i giovani nella modellizzazione di un plastico che ricostruisce minuziosamente un accampamento di guerra e le giornate di addestramento dei soldati.
Il progetto rappresenta per l’intera comunità la sua memoria storica, la presa di coscienza collettiva del significato reale della guerra per il concatenarsi delle vicende belliche e delle loro nefaste conseguenze, narrate attraverso i racconti e le prove documentali relative alle figure che vi parteciparono in prima linea; ne è chiara la finalità d’interesse pubblico; le ricerche mettono in luce vite e vissuti di uomini partiti per il fronte fedeli all’amor patrio anche se, in alcuni casi, pure obbligati, e poi piombati in un contesto lontano da qualsiasi immaginario; soldati impegnati; soldati che ritornano sani e salvi o invalidi; soldati caduti sui campi di battaglia, in trincea, o deceduti in prigionia.
Alcuni si estraevano i denti per non partire al fronte, questa una delle verità emerse dalla ricerca.
Ai cittadini, alle giovani generazioni, vengono trasmesse storie minute, ma fini, di ciò che è avvenuto in quegli anni, di come i soldati venivano arruolati, qual’era il loro livello d’istruzione, le loro caratteristiche fisiche, la loro estrazione sociale; i legami di parentela; il loro mestiere; tutte informazioni che non rischiano la deformazione di interpretazioni personali, di condizionamenti culturali e politici perché le fonti, quelle poche disponibili, si basano su certificati, registri, diari, testimonianze dirette e affidabili anche se parziali. Del resto si sta indagando su uno spicchio di realtà che interessa tutta la comunità e che aiuta a scoprire le piccole, grandi, realtà ignorate dalla Grande Storia. E’ questa la sfida che consegna il Progetto Montepaone in guerra; una sfida non facile da affrontare ma che stimola il piacere di indagare su chi si è e su come si era; di capire per conoscersi e rispettarsi, nel proprio piccolo, sempre di più; di non ignorare o dimenticare; di rifiutare qualsiasi forma di aggressione, violenza, attentato alla vita.
F.to Giovanna Vecchio
Foto: Arch. Brunella Russo