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MONTEPAONE – Continua la querelle tra Maria Grazia Pelaia,una laurea in giurisprudenza e l’ASL,per come denunciato più volte dalle pagine del “Quotidiano”,per come dice Pelaia un sottodimensionamento a carattere lavorativo,nonostante vari passaggi di livello”ma virtuali” e un lavoro continuativo all’ASL,fin dal lontano 1990,ad oggi la situazione come afferma la stessa Pelaia è addirittura peggiorata,””la mia casella di posta lavorativa è stata oscurata,dice Pelaia e non riesco ad entrare nella mia casella postale per controllare il mio stato di servizio,perché continua Pelaia avrei maturato un livello addirittura superiore grazie ai miei titoli e ai concorsi interni.” «L’Azienda sanitaria è nei miei confronti, inadempiente da anni » è quello che sostiene Maria Grazia Pelaia, al momento una mansione di centralinista presso la struttura del Centro di salute mentale di Montepaone,anzi come lei stessa ammette avvengono decurtazioni immotivate al mio stipendio, nonostante lei, come afferma, sia entrata in Asl con il quarto livello e dopo essersi successivamente laureata in Giurisprudenza presso la Facoltà di Catanzaro e dopo avere regolarmente vinto un concorso interno per titoli, superando il livello progressivo. Ma da allora sono passati molti anni, senza che Pelaia abbia ottenuto il suo incarico che grazie alla laurea ottenuta e al superamento del concorso interno, come lei invece afferma le spetterebbe. Inizia una serie di denunce e diffide fatte all’Azienda sanitaria provinciale per ottenere quello che le spetta: un posto di lavoro a carattere dirigenziale ricoperto per Pelaia a tutt’oggi da chi non avrebbe i titoli necessari. Poi una serie di denunce presentate al Tribunale e agli uffici del Lavoro, ma invece per Pelaia come lei stessa afferma, questo scatena una serie ingiustificata di provvedimenti disciplinari (sei per l’esattezza) con trasferimenti da una sede all’altra, “spostata per mobilità” si legge nella nota inviatale dall’ente, prima ospedale Pugliese – Ciaccio presso lo sportello ticket, poi ospedale di Soverato. Sempre sportello accettazione, poi ancora Asp di Badolato per passare successivamente a quella di Squillace, per finire poi alla sede attuale del CSM di Montepaone lido, ma “sottodimensionata” come lei stessa afferma a svolgere il ruolo di centralinista, e con una laurea in Legge in tasca, ma continua quella che per lei è una vera e propria persecuzione. Le viene difatti decurtato una parte dello stipendio con motivazioni “sanzioni disciplinari”, ma lei continua a presentare denunce alla procura della Repubblica e al Tribunale ordinario, ma al momento senza avere nessun esito. Se non quello come lei afferma «di ritorsioni personali». «Oggi – dice Pelaia – dovrei occupare un posto come coadiutore esperto amministrativo, ma al momento sono relegata a rispondere solo al telefono. Parlare di mobbing è poco – continua Pelaia – quando di fronte c’è una azienda grande come l’Asl, oggi sono praticamente parcheggiata presso questo ufficio Mi hanno levato persino i buoni mensa spettanti quando faccio il rientro settimanale. Una situazione veramente al limite -continua Pelaia -come quando ero allo sportello dell’ospedale cittadino di Soverato e sono stata aggredita da una persona che con un pugno ha rotto la vetrata che separa il pubblico dagli uffici. Allora ho subito traumi e danni dovuti alla conseguente caduta. Siamo ancora in causa con l’Asl -vivo – continua Pelaia – nel terrore di ritorsioni e di un possibile licenziamento. Ritorsioni trasversali e nascoste da ordini di servizio». Una situazione che ricalca quella di un altro dipendente Asp presente al Centro di salute mentale ,ma che al momento preferisce non esporsi.
Articolo e foto di Gianni Romano