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Terminata l’ultima opera del cavaliere Francesco Tullio Giannotti,nato a Satriano,ma da anni residente a Montepaone lido costruita in perfetta scala 1/50 la nave scuola italiana Amerigo Vespucci.Non pezzi assemblati,di quelli già esistenti in commercio,ma costruiti uno per uno,scale in corda,velature,boccaporti ottonati,ponti e cambuse,tutto rigorosamente uguale al vero veliero,e grandi sono le misure del modello due metri di lunghezza e altrettanto di altezza per due anni di lavoro intenso ed appassionato. Del resto Francesco Tullio Giannotti ha abituato la critica specializzata con le sue opere che spaziano dal modellismo artistico,alle lavorazioni in pietra,allo sbalzo sul rame raffiguranti soggetti dell’antico Egitto in tutto il suo splendore,la nave scuola Amerigo Vespucci orgoglio della marina italiana è stata costruita dall’ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio Navale, fu interamente costruita ai cantieri di Castellammare di Stabia (Napoli) nel 1930 e varata il 22 febbraio 1931. La nave fu costruita sul modello dell’ultima ammiraglia della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, il Monarca. Il 15 ottobre 1931, nel porto di Genova, l’unità ricevette la bandiera di combattimento nelle mani del suo primo comandante, Augusto Radicati di Marmorito. Il suo compito fu quello di affiancare il Cristoforo Colombo nell’attività di addestramento, fino al termine della seconda guerra mondiale, quando per l’effetto degli accordi internazionali, il Cristoforo Colombo dovette essere ceduto all’URSS, quale risarcimento dei danni di guerra.Dal 1946 al 1952 è stata l’unica nave scuola a vela della marina militare italiana fino all’entrata in servizio dell’Ebe, un brigantino goletta costruito nel 1921 ed acquistato dalla Marina Militare nel 1952. A partire dal 1955 e stata affiancata da un altro veliero acquistato dalla Francia e ribattezzato Palinuro. Attualmente l’Amerigo Vespucci è la più anziana nave della Marina Militare ancora in servizio.Il motto della nave, ufficializzato nel 1978, è «Non chi comincia ma quel che persevera» ed esprime la sua vocazione alla formazione ed addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare. I precedenti motti sono stati: «Per la Patria e per il Re»; sostituito nel 1946 con «Saldi nella furia dei venti e degli eventi»


Articolo e foto a cura di Gianni Romano.

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