Si profila un lungo braccio di ferro davanti alle aule del tribunale di Catanzaro,questo a seguito della richiesta di risarcimento danni per un totale di 330mila euro fatta dalla ditta Hotel Il Pescatore già titolare dell’Acquasplashpark situato sul lungomare di località Calalunga di Montauro,il locale dopo una gestione ventennale venne chiuso dal comune di Montauro,proprietario dell’area per fine locazione,ma all’interno erano ( e sono)situati tutti gli strumenti necessari per lo svolgimenti di attività turistiche-ricreative,bar,cucine,pizzeria,gazebo,cabine per lo svolgimento dell’attività balneare,scivoli,piscine con vasche idromassaggio,e molto,molto altro,tutto all’epoca dei fatti venne chiuso all’interno,impedendo secondo i ricorrenti il loro naturale possesso,ora la ditta Hotel il Pescatore chiede il risarcimento danni,dato che è stata acquisita al n. 6745 di prot. l’atto di citazione promosso dalla ditta Hotel Il Pescatore di Aiello Sebastiano& C. S.A.S. contro il Comune , con la richiesta di risarcimento danni per un importo di € 330.000,00 poiché il Comune non avrebbe provveduto “allo smontaggio di tutte le attrezzature appartenenti alla ditta Hotel Il Pescatore ed al deposito della stessa presso idonei locali, dandone comunicazione alla suddetta ditta” non ottemperando in tal modo a quanto riportato nel verbale di consistenza dei beni redatto in esecuzione dell’ordinanza n. 5/2009; .”Ma il comune di Montauro intende resistere e ritenuto opportuno conferire incarico legale per costituirsi e resistere in giudizio nei confronti dell’atto di citazione di cui sopra, per la tutela e difesa appropriata degli interessi dell’Ente in quanto la richiesta di risarcimento avanzata dal ricorrente non si correla in maniera positiva alle risultanze dei diversi procedimenti giudiziari intervenuti sulla vicenda del mancato rinnovo della concessione del suolo dove era sistemata la struttura turistica Acquapark;allo scopo il comune di Montauro affida la sua difesa al professionista avvocato Vincenzo Genovese del foro di Catanzaro.” All’epoca della chiusura del grande e noto locale di intrattenimento,l’unico nel suo genere nel comprensorio del soveratese,ritrovo di molte famiglie con bambini al seguito e di molti turisti,molte furono le proteste,sia da parte della fiamma tricolore di Catanzaro che organizzò davanti al locale un riuscito sit-in,che di commercianti e semplici cittadini,”perché chiudere una attività turistica,dicevano in molti,che da servizi e lavoro in una terra come la Calabria dove il lavoro è una merce rara?E poi del resto,dicevano altri, a che cosa serve avere un lungomare bellissimo con mattonelle in stile,panchine e lampioni,se si chiudono attività storiche come questa? Ora la parola passa nelle aule del tribunale di Catanzaro,se da una parte c’è il comune di Montauro titolare dell’area in questione,dall’altra,c’è una famiglia di professionisti dediti al turismo da moltissimi anni che chiedono solo la restituzione delle loro strutture e attrezzature presenti in loco,ma non come sono oggi,soggetti alle intemperie e a vandalismi e furti,ma come erano nel momento del rilascio forzato dell’attività,la parola fine la metterà ora il tribunale di Catanzaro.
Gianni Romano