I condizionamenti culturali di cui siamo tutti impregnati non fanno bene alla nascita. Si è andati così tanto avanti con la medicina e le scoperte scientifiche, da avvertire ora il bisogno di fare un passo indietro e ritornare alla natura più arcaica. Ed il parto è uno dei processi più incontrollati che non abbisogna di logiche prestabilite per essere vissuto al meglio. Parola di Michel Odent, il chirurgo francese divenuto celebre per i libri che promuovono il parto naturale, e sui quali si sono formati generazioni di neonatologi, ginecologici ed ostetriche in tutto il mondo. Invitato per la prima volta a Catanzaro venticinque anni fa, nella sua seconda visita, giovedì sera presso l’Aula Consiliare del Comune – promossa dalle associazioni “Acquamarina” ed “Innecesareo” e dal club service “Soroptmist”, con il contributo del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro – ha promesso di farvi ritorno: ed a dispetto della sua età avanzata, ha rivelato alla numerosa platea (attraverso l’istantanea traduzione dall’inglese da parte dell’interprete) i risultati compiuti in anni di studi con una tale naturalezza, da sembrare alla portata di tutti. Eppure nulla è oggi più lontano da quello che la fisiologia ci insegna nel far venire alla luce un bambino: il numero troppo elevato di parti cesarei, l’ambiente asettico delle sale parto, il momento del travaglio vissuto con poca intimità, fanno sì che la “contaminazione” del neonato con i batteri materni, che tanto bene fa allo sviluppo del suo sistema immunitario, sia sempre più procrastinata. Anche la privazione di alcune situazioni di stress, come accade nei bambini nati col cesareo prima dell’inizio del travaglio, è da considerarsi un grande errore per Odent ed i fisiologi moderni: lo stress è necessario perché i polmoni dei bambini arrivino alla completa maturazione, e la mancata adrenalina che di solito si rinviene nei bambini nati col cesareo prima del travaglio è la causa che determina un deficit dell’olfatto. Non è un caso che i parti più indolori si riscontrino quando la donna riesce ad inibire le funzioni neo-corticali della corteccia cerebrale, cioè quelle più logiche, a vantaggio delle parti più arcaiche, più consone ai ritmi dettati dalla natura. E l’incontro, che ha visto un’ampia partecipazione di operatori dell’ospedale Pugliese-Ciaccio (tra i quali Giusi Scozia), studenti e giovani coppie “in attesa”, è andato avanti con domande e curiosità alle quali Odent non ha fatto mai mancare una risposta. Con viva soddisfazione di chi ha caldeggiato il ritorno di Michel Odent a Catanzaro: Antonella Prestia, presidente di “Soroptimist”, che ha sottolineato come l’arrivo di Odent vada a completare una collaborazione con “Acquamarina”, iniziata con l’apertura di un punto di ascolto e di sostegno in ospedale per le mamme in difficoltà, al fine di far loro acquisire la consapevolezza delle competenze materne; Cristina Masiani, che ha presentato l’associazione “Innecesareo” di cui è referente per Catanzaro, e Licia Aquino, presidente di “Acquamarina”, che già si era spesa in prima persona venticinque anni fa per l’arrivo di Odent. Dal primo incontro, ha chiarito l’Aquino, molti sono stati i suggerimenti che sono stati ripresi in ospedale per vivere al meglio il momento della nascita, ma molto c’è ancora da fare. Michel Odent l’ha ricordato ulteriormente, spendendosi senza sosta nel dare ogni genere di informazione a riguardo anche il giorno successivo, nel seminario al quale hanno partecipato diverse mamme e ben trentacinque ostetriche.

 

Ufficio stampa CSV Catanzaro

 

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