Il comune di Montepaone,oggi commissario a seguito delle dimissioni del sindaco Franco Froio e di alcuni consiglieri di maggioranza,annulla l’esenzione per il ticket della mensa scolastica,questo crea come è prevedibile una situazione al limite, eppure il comune di Montepaone non ha dichiarato il dissesto economico,anzi le entrate ci sono e molte,il comune è solo commissariato,allora perché   si chiedono molte famiglie ,annullare questo aiuto che  tanto piccolo non è?  Da sempre il comune come tanti in Italia aveva creato come è giusto che sia una esenzione che a turno aiutava le fasce più deboli all’esenzione del pagamento,garantendo un servizio importante,ora le famiglie che non possono usufruire di questo servizio,devono presentare ogni giorno alla segreteria della scuola un permesso per l’uscita,fare mangiare i figli a casa propria per poi riportarli per il tempo pieno,oppure cosa ancora più “antipatica” fare mangiare i figli a menza con un panino,ma questo perché si chiedono in molti? Quando la crisi economica viene pagata dai più piccoli .È un fenomeno balzato tristemente agli onori della cronaca negli ultimi tempi e destinato purtroppo ad estendersi in futuro, un fenomeno che coinvolge tutto il paese, da nord a sud e che colpisce centinaia di famiglie oppresse dalla crisi economica. Ma quel che è peggio è che a pagarne lo scotto sono i bambini, gli alunni delle scuole materne ed elementari, bambini esclusi dalle mense scolastiche dei loro istituti, bambini “vittime” delle politiche di rigore dei propri Comuni che puniscono così le famiglie bisognose, “colpevoli” di non  potere fare fronte per questo balzello,nonostante l’ISEE segna in casella uno zero, Bambini dunque costretti a lasciare la scuola all’ora di pranzo, o a portarsi il pranzo da casa e consumarlo in un’altra aula, adibita oppure a vedersi privati del dolcino di fine pasto. Tutte le scuole dell’infanzia e primarie che prevedono nel proprio curriculum il tempo pieno dovrebbero offrire ai propri piccoli alunni il servizio mensa, per poter dare loro la possibilità di consumare il pasto insieme agli altri bambini, favorendo così la socializzazione. Visto che non esiste una disposizione nazionale che sia in grado di generalizzare i criteri di accesso al servizio per tutto il territorio nazionale, la refezione diventa un servizio opzionale che i comuni mettono a disposizione degli alunni e quindi delle famiglie, previo pagamento di un ticket giornaliero che varia da scuola a scuola e da città a città. Addirittura in alcuni comuni non è prevista affatto l’esenzione del pagamento della quota di contribuzione anche in presenza di redditi molto bassi e anche laddove è prevista l’esenzione, spesso non risultano omogenei né i criteri né la soglia di accesso. Dunque mentre per molte famiglie il ticket potrebbe sembrare un costo irrisorio, per la maggior parte la morsa della crisi rende impossibile il pagamento di questo contributo giornaliero.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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