Stalettì- solenne celebrazione Vescovo Alvaro Del Portillo,presente S.E. Mons. Antonio Cantisani
Martedì 12 maggio con inizio alle ore 18.30,nella chiesa Santa Maria Asuunta in Stalettì a cura di don Roberto Corapi sarà celebrata una Santa Messa Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Antonio Cantisani Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace,in onore del Beato Alvaro Del Portillo vescovo e prelato dell’Opus Dei,un evento tanto atteso nella comunità di Stalettì a cui prenderanno parte i sacerdoti della prelatura dell’Opus Dei di Roma. Nacque a Madrid, terzo di otto fratelli. In una dichiarazione da lui stesso fatta, quando aveva compiuto 75 anni, ha ricordato come la sua fosse “una famiglia cristiana, con un padre che le aveva insegnato la pietà e una madre che gli inculcò la devozione al Sacro Cuore e allo Spirito Santo e una particolare venerazione alla Santissima Vergine”. Terminato il liceo nel 1931, si iscrisse alla Scuola di Aiutanti di Opere Pubbliche e al contempo alla Scuola Superiore di Ingegneria Civile. Sentendo il desiderio di collaborare alle opere assistenziali organizzate dalla facoltà di Ingegneria e architettura, si iscrisse alla Conferenza di San Vincenzo.Il suo amico e collega ingegnere Manuel ricorda che una volta, nel far visita a delle famiglie che abitavano in alcune baracche, avevano trovato quattro bambini abbandonati perché i loro genitori erano in prigione. La polizia si disinteressò del problema e l’amico ricorda ancora Álvaro che camminava per le strade di Madrid tenendo per mano tre bambini (il quarto era sulle sue spalle perché era troppo piccolo per camminare) alla ricerca di una associazione benefica che li ospitasse. Dopo aver conseguito la laurea, esercitò per un breve periodo la professione di ingegnere nelle province attraversate dai fiumi Xúquer, Duero ed Ebro.Nel 1935 aderì all’Opus Dei, pochi mesi dopo averne conosciuto il fondatore, don Josemaría Escrivá;[3] si laureò in lettere e filosofia ed in diritto canonico ma nel contempo si preoccupava di compiere un servizio di apostolato e catechesi presso i suoi compagni di studio e i suoi colleghi di lavoro. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, Álvaro si trovava a Madrid. Riuscì a farsi ospitare dalla ambasciata di Finlandia che però venne assaltata dalle milizie popolari e tutti i rifugiati, lui compreso, vennero imprigionati. Liberato dopo un mese senza un motivo apparente, trovò rifugio presso il consolato dell’Honduras assieme a Josemaría Escrivá e altri tre giovani dell’Opus Dei. Solo dopo un anno e mezzo troverà le condizioni propizie per abbandonare Madrid. Il suo piano consisteva nell’arruolarsi nell’esercito repubblicano per trovarsi vicino al fronte di guerra e potere in questo modo passare nella parte nazionalista.
[box type=”info”] Gianni Romano[/box]