don Roberto Corapi parroco di Stalettì alla tre giorni di studio opus dei

Concluso a Roma il Convegno di Studi nel centenario della nascita di Mons. Alvaro Del Portillo alla guida dell’Opus Dei. Si è concluso a Roma presso l’Università della Santa Croce la “ tre giorni” di studio sulla vita del primo successore di San Escrivà alla guida dell’Opus Dei, don Alvaro Del Portillo di cui quest’anno il centenario della nascita e il ventennale della morte. Oltre trecento i partecipanti da tutto il mondo, tra cui il Parroco di Stalettì don Roberto Corapi della Società Sacerdotale dell’Opus Dei, che ha rappresentato la nostra Calabria e in modo particolare la Diocesi di Catanzaro-Squillace. Avendo conseguito il Dottorato il Sacra Teologia Pastorale, don Roberto Corapi ha partecipato da Teologo e da studioso, con un forte impegno per far conoscere l’Opus Dei. Una serie di relatori hanno tracciato il profilo di una figura il cui esempio e ora offerto a tutta la Chiesa. Con un messaggio rivolto ai convegnisti Papa Francesco ha ricordato che Del Portillo fu un “sacerdote zelante che ha saputo coniugare una intensiva vita spirituale fondata sulla fedele adesione alla roccia che è Cristo”, invitando a “imitare la vita umile, allegra, nascosta e silenziosa, ma anche decisa nel testimoniare la perenne novità del Vangelo, annunciando l’universale chiamata alla santità”.L’attuale prelato dell’Opus Dei, Mons. Echevarrìa, ha ricordato Del Portillo con il quale ha vissuto per oltre quarant’anni con molti aneddoti e sottolineando “ il modo in cui portò a termine l’itinerario giuridico dell’Opera con la sua erezione come prelatura personale nel 1982. Il Cardinale Herranz si è invece soffermato su un aspetto poco noto ma di rilevanza storica di Del Portillo, il suo personale contributo al Concilio Ecumenico Vaticano II°. Fu infatti segretario della Commissione sulla vita e sul ministero dei sacerdoti nella Chiesa, commissione a cui fu affidato uno dei temi più complessi dal punto di vista Teologico- disciplinare .Tra i tanti interventi che si sono susseguiti in tre giorni si possono segnalare quelli di Mons. Fernando Ocariz, vicario generale dell’Opus Dei, sull’eredità spirituale di Del Portillo; quello del Cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, del Vescovo Anthony Muheria giunto apposta dal Kenya e tanti altri, con una tavola rotonda dal tema: l’amore di Mons. Del Portillo per la chiesa. Soddisfatto don Roberto Corapi, per questi tre giorni che rimangono per lui scolpiti nel cuore, e arricchiscono di  conoscenze la sua vita e il suo bagaglio culturale. Attraverso questi esempi di santità, noi tutti ha affermato don Corapi dobbiamo diventare santi col proprio stato di vita, credendo e mettendo amore per ogni cosa, anche la più banale. San Escrìva, diventa per ciascuno di noi modello e testimonianza viva dell’amore di Cristo per la chiesa e il suo successore Alvaro  è un esempio da imitare ogni giorno. Ora ci aspetta di accompagnare Mons.Del Portillo a Madrid il prossimo 27 Settembre per la beatificazione e gioire perché un altro beato e poi santo pregherà per l’opera e per chi si rivolge a lui con cuore umile e sincero.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

“VIAGGIO FRA I NUOVI POVERI” – RIUSCITO CONVEGNO ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE RAMO DI SPERANZA

Comunicato stampa:

Chi sono i nuovi poveri? Di questo importante tema si è discusso in un riuscito convegno organizzato dall’Associazione di Volontariato “Ramo di Speranza”  presso la sala  consiliare del comune di Montepaone. L’iniziativa è stata moderata dal giornalista Fabio Guarna che ha coordinato gli interventi del sindaco di Montepaone Franco Froio, di Don Roberto Celia, vice direttore Caritas diocesi Catanzaro – Squillace, di  Maria Teresa Napoli, referente aziendale e coordinatrice organismo immigrazione ASP Catanzaro,e di Paola Macrina presidente dell’associazione “Ramo di Speranza”. . “Ma chi sono appunto questi nuovi poveri?” è stata la domanda che ha fatto da leit motiv ai vari interventi. Si tratta di persone insospettabili,vicini di casa,persone normali che da un giorno all’altro hanno dovuto,loro malgrado fare i conti con licenziamenti,cassa integrazione,disoccupazione forzata,uno stato di precariato che allunga ombre inquietanti sulla vita di persone che solo qualche anno prima mai avrebbero pensato di fare parte di questa nuova categoria. La povertà delle famiglie italiane in questa difficile congiuntura economica è in grande aumento, basti pensare che dalle poche centinaia di famiglie assistite si è arrivati oggi a diverse migliaia costituite anche da piccoli imprenditori, professionisti, giovani laureati e poi immigrati costretti ad abbandonare la propria terra, la famiglia e spesso la loro identità, alla ricerca di un futuro migliore che, troppe volte si rivela solo una pura illusione. L’intervento del sindaco Froio,si è incentrato  sulla reale situazione socio-economica  di persone che oggi non riescono a fare quadrare i conti e avanzano giornalmente richieste di aiuto con dignità. “Legittimo chiedere e legittimo dare risposte” ha evidenziato Froio. Don Roberto Celia, nel suo intervento ha invitato i presenti all’impegno:  “come cristiani e come uomini – ha detto – siamo chiamati a vivere un’ etica del lavoro e, quindi, a vivere la ricerca del non fermarci “all’assistenzialismo” verso il povero, ma a promuovere la crescita dell’uomo. La difficoltà dell’educazione, – ha proseguito – purtroppo, sta nel riuscire a far comprendere che “il tutto e subito, non è educativo”. E’ indispensabile valorizzare, innanzitutto, la “dignità” del povero. Anche i bambini, come le persone anziane,  infatti hanno bisogno di sentire che è festa, non basta il pane, pasta o riso, hanno bisogno anche del “regalo”. Quel regalo che non è necessariamente un bene materiale ma spesso è l’attenzione che dobbiamo loro come può essere una telefonata, una visita, una chiacchierata.  Per Maria Teresa Napoli, “ dovremmo fare tutti di più;  non  solo per quel che riguarda le persone immigrate ma in generale  per tutte le persone povere…poco interessa se italiane o straniere. Dobbiamo smettere  di pensare  che siamo i padroni del territorio solo perché siamo nati qui”. Paola Macrina, Presidente del “Ramo di Speranza” descrivendo brevemente  la principale attività della propria Associazione (Centro Raccolta e Distribuzione Vestiario) ha sottolineato come, in questi sei anni di vita, sia cambiata la tipologia di utenza che si rivolge a loro per la fruizione di vestiario ed accessori per l’infanzia: sono aumentate significativamente le famiglie italiane  spesso costituite da un solo genitore o comunque famiglie monoreddito, con più figli e soprattutto con lavori precari, che a fatica riescono ad arrivare a fine mese e per le quali questo genere di aiuti costituisce spesso una boccata di ossigeno.”. “Fare volontariato diventa, così, per noi, – ha precisato Paola – un’occasione per incarnare nella quotidianità lo stile evangelico dell’ascolto e della condivisione”. L’obiettivo fondamentale che ci  si propone perciò, è quello di promuovere, riconoscere e tutelare i diritti delle persone in difficoltà attraverso progetti di aiuto  possibilmente condivisi con le altre realtà del territorio che rivolgono un particolare “SGUARDO” all’altro nella sua globalità e unicità. Questo è stato l’intento con cui si è concluso il convegno: divulgare le “buone prassi” presenti sul territorio, al fine di costituire una rete di servizi che coinvolga attivamente le Istituzioni, la Chiesa e il mondo del Volontariato.

[box type=”info”] la redazione[/box]

la festa di primavera dell’istituto comprensivo “don Mario Squillace”

Festeggiata presso lo stadio comunale di località Mannis,la festa di primavera organizzata dall’istituto comprensivo don “Mario Squillace” di Montepaone,presenti il dirigente scolastico Giovanna Esposito Vivino,i docenti, l’assessore comunale allo sport Massimo Rattà, il presidente del consiglio comunale Tina Montillo,il presidente della scuola calcio Real Montepaone Antonio Lombardo a cui sono andati i ringraziamenti dei presenti per la fattiva collaborazione, i para sanitari della Montepaone soccorso e loro, gli studenti,tanti e allegri con tanta voglia di divertirsi . Si iniziava  con la banda della scuola che eseguiva l’inno nazionale,mentre a bordo campo le majorettes,intonavano i loro cori con belle coreografie,poi alcuni studenti hanno suonato brani che hanno riscosso molto successo da parte dei presenti,poi si dava inizio alla partita di calcio tra le rappresentative scolastiche arbitrata dall’insostituibile Luciano Zoleo,una gara combattuta ma corretta in campo ,alla fine medaglie per tutti,poi i discorsi di ringraziamenti da parte dei docenti e dell’amministrazione comunale,al termine della bella giornata sono stati piantumati all’interno dell’edificio scolastico degli alberi,tra questi una palma e diversi salici.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

apre la bottega d’arte Antonino Maria Garufi

Apre a Montepaone lido,con una presenza di autorità e appassionati,lo studio d’arte di Antonino Maria Garufi,uno stile il suo ,che riempie il cuore e illumina gli occhi,lo stile di Caravaggio è forte e presente nelle tele che il maestro Garufi espone nella sua bottega,riferimenti ai santi,al passato,ma  anche nature morte,paesaggi con una tecnica antica e collaudata,questo è il maestro Antonino Maria Garufi,i suoi quadri incantano,la sua sensibilità è forte come è forte la sua voglia di trasmettere il bello,una tecnica avanzata che sembra fare muovere gli oggetti presenti nelle sue opere,il gioco del chiaro scuro è forte,e questo svolge naturalmente una funzione importantissima ,fare affiorare dalle tenebre la realtà. Le sue opere sono state esposte in mostre d’arte internazionali,basti pensare  a quelle di New York,Ginevra,Parigi,Norimberga,Roma,Montreaux,solo per citarne qualcuna,ma basta osservare le sue opere e notare i particolari,i volti,le mani,le vene,i capelli,tutto concorre a far sì che si possa chiamare arte con la A maiuscola,tanti sono i particolari,assolutamente perfetti e fruibili da tutti,i colori poi nel caso del dipinto della poltrona rossa o in quella dei tappeti,in cui sembra di udire il dolce fruscio delle stoffe,sono esaltati dal colpo di luce e giochi di chiaroscuro,in questo grande è il maestro Garufi. Il percorso pittorico di Garufi è composto da sessanta anni di arte,con unanimi consensi,nato a Messina ma cittadino del mondo come lui ama definirsi,Garufi restituisce alla pittura il suo linguaggio ab origine,il gusto appare chiaro e temporale,segno questo del ritrovamento del gusto del bello.

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le vacanze montepaonesi del famoso arbitro

in vacanza  in Calabria per qualche giorno, fermo il campionato spagnolo il famoso arbitro internazionale Lucianos Zoleos de Mejos, ha voluto essere presente ad una partita amichevole. La liga spagnola in programma sabato attende il suo direttore di gara più in forma. Ad accoglierlo a Montepaone una sua vecchia conoscenza, l’ex capitano della gloriosa squadra  gialloverde,  Alessandro Pisano,  che ha dichiarato, “è uno spettacolo guardare una partita di calcio arbitrata da un direttore di lusso come Lucianos Zoleos de Mejos, spero che gli facciano dirigere la finalissima dei Mondiali sempre che la spagna non vada in finale.”

Gianni Romano

In scena”U Gabbu Coggji” al piccolo teatro d'arte

Continua la rassegna teatrale “Vernaculandu”al piccolo teatro d’arte di Montepaone lido,del presidente Edoardo Servello,in scena questa volta con un teatro gremito in ogni ordine di posto,la compagnia teatrale “Giovanni Vercillo”di Lamezia Terme,applausi a scena aperta per un collaudato gruppo che ha messo in scena una commedia brillante in due atti,”U Gabbu Coggji,” La commedia in vernacolo lametino  diretta dal regista Raffaele Paonessa, è divisa in due atti e affronta i temi  dell’infelicità coniugale e della cecità del marito tradito. Con ironica riflessione, assistiamo ad un complesso intrigo  tra don Peppe,  donna Teresa e don Giovanni.  Don Peppe  si presenta come  un uomo fortunato e nessuno è più felice di Lui perché ha al suo fianco  una moglie che lo rispetta,  che accudisce la casa e che nutre nei suoi confronti un amore senza se e senza ma. Una vita tranquilla tra alti e bassi coniugali ma lontana da qualsiasi tentazione, fino al momento in cui però l’equilibrio, solo apparente, viene turbato dall’arrivo di don Giovanni che cerca rifugio a casa di don Peppe, dopo aver ferito in piazza, durante una violenta lite, un creditore. Donna Teresa vive momenti di tormentoso conflitto perché Don Giovanni le farà riscoprire quella femminilità e sensualità  che credeva ormai spente. In una cornice di matrimoni  felici solo in una costruita e finta apparenza, donna Teresa  è combattuta tra lasciare il marito e la vita monotona di tutti i giorni,o lasciarsi andare sentendo forte il richiamo del cuore, rinunciando  così alla vita scontata e quieta a cui il marito l’aveva destinata. Momenti veri di alta recitazione ,con i giusti tempi e gli interventi tra gli attori,che non hanno dato mai niente per scontato,questo è il segreto del teatro italiano,le pause,gli ammiccamenti,i doppi sensi e le battute finali,per un crescendo che ha veramente divertito il folto pubblico. Il “Gruppo Teatro Giovanni Vercillo” di Lamezia Terme è nato circa 20 anni fa nella parrocchia di San Francesco da Paola a Lamezia Terme e  nel corso degli anni, se pur subendo continui cambiamenti, ha mantenuto fede al progetto iniziale, quello di portare sul palcoscenico di un Teatro, la commedia  in vernacolo lametino, con le espressioni, l’atmosfera e le emozioni tipiche della società lametina! E così,  il Gruppo, un gruppo di amici, tra risate, imprevisti e fatiche, si è cimentato con i capolavori di Eduardo e Peppino de Filippo. Dopo un periodo di pausa durato qualche anno, il  gruppo, intitolato  a P. Giovanni Vercillo, colui che  ha segnato una  “stagione” nuova sotto il profilo cristiano,  ha ridato energia al desiderio di fare teatro, conquistando nuove platee e sostenendo negli anni, numerose iniziative di solidarietà, testimoniando un Teatro che è sorriso ma che è soprattutto vita, in tutte le sue forme. Instancabili, hanno acceso in questi anni, il sorriso di tante platee calabresi Un gruppo, nato in amicizia e animato da valori semplici e autentici, per la Stagione Teatrale 2013/2014 ha deciso di portare in scena la Commedia liberamente Tratta da Eduardo: “ U Gabbu Coggji”.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

Famiglie in gioco,convegno sul gioco di azzardo

Riuscito l’incontro”famiglie in gioco,” tenuto presso la sala conferenza dell’istituto  tecnico per geometri”Malafarina”di Soverato illustri i relatori tra questi S.E. Mons.Vincenzo  Bertolone arcivescovo metropolita di Catanzaro -Squillace, per l’incontro-dibattito sul tema “Famiglie in gioco, no al gioco d’azzardo, sì alla vita”. L’importante appuntamento culturale moderato dal giornalista Francesco Pungitore. Tra gli interventi programmati : la psicologa Giorgia Ritrovato, la psicologa Donatella Ponterio, il prof. Antonio Costarella e il prof. Francesco Raspa.,don Roberto Corapi con i giovani di Stalettì,e l’organizzatore dell’incontro Gianni Sgrò.Nello specifico, il prof. Costarella  ha introdotto  i lavori che sono seguite con le relazioni tematiche. Il prof. Raspa . Il gioco imposto come fenomeno di costume e di modello vincente. Giochi a premi e pacchi, una società proiettata al facile fortuito”. La dottoressa Donatella Ponterio  su “Da dove nasce la dipendenza. Il rapporto genitori e figli fondamento per una crescita equilibrata”. La dottoressa Giorgia Ritrovato il tema “Come riconoscere e prevenire la ludopatia, programma e trattamento in famiglia e in comunità”.Subito in tema l’intervento di Costarella”soldi sottratti alle famiglie e alle imprese,quali le reali riflessioni,emerge una tematica importante l’azione educativa della famiglia per estirpare questo male e per dire nò al gioco d’azzardo”,Per Francesco Raspa”il gioco è riuscito ad entrare nella vita quotidiana,una frammentazione che porta nelle famiglie disagio,questo crea la dipendenza dal gioco,il modo come viene utilizzato,basti pensare all’ingresso delle scommesse,inserita oggi nella vita comune e grazie ad internet questi giochi hanno preso piede in modo veloce,ma lo stato dovrebbe creare dei paletti.” Per Donatella Ponterio”il gioco è una sostanza come un’altra droga,il legame e la dipendenza sono naturali,ma molto dipende da positive emotività,basti pensare alla piramide dei bisogni,famiglia,scuola,stato,questi i nutrimenti,ma veri e propri tradimenti si formano, creando un vuoto esistenziale il gioco è una funzione,ma bisogna certo avere un comportamento responsabile e come consumatori siamo molto corteggiati.” Giorgia Ritrovato”,perché si gioca? Per creare facili illusioni e un facile  e un guadagno immaginario,questi criteri fanno identificare il gioco di azzardo come patologico,persone assorbite nel tempo libero e lavorativo,facile capire chi è dipendente da questi,una vita sociale la loro assente,sono molti gli aspetti negativi,un senso diffuso di onnipresenza,il giocatore è convinto di smettere quando vuole,ma sappiamo tutti che così non è,si ricordano solo delle piccole vincite e non delle grandi perdite.”Concludeva l’interessante giornata S. E. Mons. Vincenzo Bertolone,”la vita non è un gioco,cosa resta oggi nel cuore di tutti noi di questo convegno?Un argomento complesso quello del gioco di azzardo,il giocatore perde sempre,la vita non è un pacco vincente, la vita è altro,dobbiamo lottare contro molte tentazioni,la vita è impegno,la vita è sacrificio,la vita è missione,una fragilità spirituale spinge milioni di persone a giocare in giochi di azzardo,alla ricerca di una fortuna che non arriva mai,le famiglie italiane sono la primo posto mondiale per gioco d’azzardo,l’allarme sociale è molto serio,100 miliardi di euro giocati,altro che finanziaria,migliaia di famiglie rovinate che creano malattie sociali di dipendenza che porta lo stato a curarle,educare le coscienze,ed è lo stato che deve riappropriarsi di una moralità e di una etica che rischia di essere trascurata.”

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Convegno " Viaggio tra i nuovi poveri" a cura dell' associazione Ramo di speranza

Riceviamo e pubblichiamo:

“L’Associazione di Volontariato “Ramo di Speranza”, organizza, sabato 5 aprile alle ore 17,30, a Montepaone lido presso la Delegazione comunale, un convegno sulle nuove povertà.

Tale evento, moderato da Fabio Guarna, giornalista pubblicista, avrà come relatori:

  • Franco Froio, sindaco di Montepaone e medico di famiglia;
  • Don Roberto Celia, vice direttore Caritas Diocesi CZ-Squillace;
  • Maria Teresa Napoli, referente aziendale e coordinatrice Organismo Immigrazione ASP CZ
  • Paola Macrina, presidente Ass. “Ramo di Speranza”.

 In allegato il programma, scaricalo da qui

La Cittadinanza è invitata a partecipare

[box type=”info”] La redazione[/box]

Da Gasperina l'intervista di Gianni Romano a buongiorno Regione

nella trasmissione di oggi ore 7 e 30 su rai tre regione,da gasperina(CZ) la conduttrice Emanuela Gemelli ha intervistato il giornalista del quotidiano Gianni Romano,che ha illustrato le giornate calabro-umbre che si terranno ad assisi il 7 e 8 aprile,allo scopo Romano ha detto “sedici sindaci per sedici santuari mariani facenti parte del consorzio calabria giubileo 200,una grande opportunità di crescita e la possibilità di creare un indotto che sia davvero un volano di sviluppo culturale religioso ma anche e sopratutto economico con una possibile ricaduta sulle attività ricettive calabresi.

[box type=”info”] La redazione[/box]

lo chef soveratese Nicola Stratoti docente al corso “ LA LAVORAZIONE DEL PANE ARTISTICO”

Ancora un successo per lo chef soveratese,Nicola Stratoti,vero esperto e sculture di pasta di pane,opere d’arte che realizzava con antiche sapienze unite alla abile manipolazione della pasta,e Stratoti esperto presso l’istituto alberghiero di stato per i servizi della ristorazione,si è recato a Roccella dove da diretto il primo corso di lavorazione del pane artistico.Il corso, organizzato e coordinato dall’Associazione Cuochi Reggini in collaborazione con l’Hotel Parco dei Principi, dove ha avuto luogo il corso,  ha suscitato grande interesse da parte degli utenti, tutti cuochi professionisti, i quali si sono cimentati in un turnover mani in pasta. Lo chef Exsecutive Maestro Nicola Stratoti, quale Direttore del corso, sottolinea l’importanza sulle varie tematiche delle opere realizzate, partendo dall’impasto madre dove la farina assume un ruolo fondamentale fino all’ultimo dettaglio, quale la cottura in forno a ventilazione controllata o l’intaglio di un petalo per la creazione di un bocciolo.  Questa 1° edizione sulla lavorazione del pane artistico, afferma il prof. Cosimo Pasqualino Presidente dell’associazione reggina, dovrà essere volano di innovazione e di creazione per gli chef del comprensorio e non solo, ma soprattutto per le nuove leve che intraprenderanno questo percorso. Faccio specifico riferimento agli studenti delle nostre scuole alberghiere che negli ultimi anni a causa dei tagli hanno subito anche loro le opportune conseguenze.Lo scopo primario, aggiunge il Presidente dei cuochi,  merito all’avvio di questi nuovi corsi è finalizzato all’inserimento di nuove tecnologie all’interno delle nostre cucine o meglio dire laboratori dando risalto alle pietanze che vengono proposte sui nostri tavoli e certamente migliorando la propria visibilità, soprattutto, dei nostri illustri prodotti che pur essendo di qualità eccelse necessitano ancor di più  essere propositivi. Alla fine dei tre travagliati giorni di profondo lavoro, Il Direttore della prestigiosa struttura dott. Bruno Fabiano, al quale va formulato un meritato ringraziamento per l’impegno profuso sulle varie attività che l’Associazione Reggina svolge da moltissimi anni, si è congratulato con tutti i partecipanti e con lo staff organizzativo dell’Associazione Cuochi Reggina che da anni è presente sia sul territorio ionico che quello tirrenico mantenendo un congruente  numero di soci professionisti e allievi  creando e costruendo circuiti di informazione e formazione quali Corsi professionali, partecipazioni a competizioni nazionali,  contatti con i grandi maestri dell’enogastronomia e della cultura dell’alimentazione in genere. Il cibo, oggi, è qualcosa che deve esaudire i nostri sogni, cercando di non tralasciare le nostre culture, a non invadere i profumi originali ma soprattutto rimanere coerenti e costanti con le nostre idee che sicuramente sono conservatrici di saperi e sapori.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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