tutti guardano,nessuno vede
Tutti guardano,nessuno vede. E’ quello che succede ogni giorno nel grande parcheggio di via marina tra due noti stabilimenti balneari,un numeroso gruppo di nomadi ha deciso da tempo di stabilirsi in pianta stabile nel parcheggio,dormendo in luridi materassi che ogni mattina vengono accantonati in un lato della piazza,mangiando cibo cotto in fornelli da campo e servito su miseri tavoli e sedie e facendo i propri bisogni en plein air alla faccia del decoro e dell’igiene dei luoghi, vedere erbacce, lattine, rifiuti ovunque e un generale stato di degrado più simile a una qualche periferia suburbana, la prima cosa a cui tutti dovremmo tendere a capire,ma cosa hanno fatto questi uomini, oltre all’accattonaggio e all’occupazione abusiva di suolo pubblico (o proprietà privata)? Ci hanno mostrato indirettamente una via, un non-luogo che senza di loro sarebbe rimasto sepolto nelle nostre coscienze sempre pronte ad indignarsi. Questo crea come è facile intuire una generale malcontento,tra turisti che devono per forza di cose transitare per recarsi sulla spiaggia e i residenti che sono costretti una volta affacciati dalle loro abitazioni ad assistere a scene non proprio consone ai luoghi. All’inizio era in pochi,e da subito i carabinieri di Soverato agli ordini del luogo tenente Giuseppe Di Cello con gli uomini della polizia urbana di Montepaone aveva fatto allontanare questi nomadi,se non per pochi giorni ,ma loro sono rientrati in massa almeno in trenta,per riconquistare un diritto mai concesso,famiglie composte da marito,moglie e figli,tutti a dormire all’aria aperta ,una situazione igienico-sanitaria al limite della sopportazione,un vero e proprio campeggio abusivo,all’imbrunire arrivano alla spicciolata,si posizionano con le loro macchine o i furgoni e si preparano a trascorrere la notte,se non poi all’alba alzarsi,tirare i materassi da un lato lavarsi ad una canna dell’acqua e portarsi sulla spiaggia a vendere le loro povere mercanzie,ma questo non è il turismo che serve a Montepaone.
[box type=”info”] a cura di Gianni Romano[/box]