ha inizio per 85 studenti il percorso di alternanza scuola lavoro

Qual è il filo sottile che unisce il mondo della scuola e quello del lavoro? Sicuramente quello formativo, e grazie a questo percorso e all’imprenditore Pierluigi Monteverdi, ha  preso il via a Montepaone Lido “Benvenuti Studenti”, il progetto di alternanza scuola-lavoro di McDonald’s, presentato  presso il ristorante situato all’interno del Centro Commerciale “Le Vele”.  In una terra come la Calabria dove la parola lavoro,diventa merce rara,invece grazie all’accordo con l’Istituto Tecnico Economico “Antonino Calabretta”, 85 studenti svolgeranno il loro percorso di Alternanza Scuola-Lavoro presso il ristorante McDonald’s.“Benvenuti Studenti” nasce dalla firma di un protocollo d’intesa con il MIUR, e offrirà a 10.000 studenti di licei, tecnici e professionali l’opportunità di svolgere esperienze formative volte allo sviluppo di competenze specifiche e trasversali, all’interno delle strutture McDonald’s.Per quanto concerne gli 85 ragazzi che hanno iniziato in questi giorni il loro percorso di alternanza, l’ITE “Antonino Calabretta” ha concordato, insieme al personale McDonald’s, un progetto formativo integrato che si focalizza su alcuni aspetti che permetteranno loro di toccare con mano quanto studiato sui banchi scolastici. L’obiettivo di Benvenuti Studenti è l’acquisizione e il consolidamento delle cosiddette soft skill, competenze trasversali e relazionali quali la capacità di comunicazione, l’attitudine al lavoro in team, le relazioni interpersonali e il problem solving, capacità fondamentali per l’inserimento in un futuro contesto lavorativo.Gli studenti, seguiti costantemente dal personale McDonald’s con funzione di tutor aziendale, verranno coinvolti nelle mansioni previste dal Piano Formativo concordato con la scuola e il Ministero, utilizzando diverse modalità formative: teoriche in aula, in modalità e-learning e on the job.

Gianni Romano

comunicato stampa

TURISMO: MANCA LA PROGRAMMAZIONE

Gli articoli apparsi sulla stampa in merito alle doglianze manifestate dalla Proloco di Montepaone circa l’indifferenza mostrata da parte dell’Amministrazione Migliarese nei confronti del locale sodalizio, accendono ancora una volta i riflettori sull’inefficienza della gestione amministrativa Montepaone Riparte, già ampiamente denunciata dal gruppo “Impegno e Solidarietà”. Con volontà e generosità il Presidente Farenza e tutti i soci hanno dato, per quanto hanno potuto e saputo, un contributo importante alla programmazione turistica montepaonese, un contributo fatto di tempo e passione, facendo fronte alle difficoltà del bilancio associativo e senza mai essere adeguatamente incoraggiati e sostenuti dall’Amministrazione. Nella missiva indirizzata al Sindaco Migliarese ed inoltrata per conoscenza anche al gruppo di opposizione senza che mai sia stato dato mandato agli uffici di trasmetterla ai consiglieri di minoranza (cosa anch’essa molto grave!) il  presidente Farenza chiede di voler tenere in debita considerazione la collaborazione della locale Proloco per la programmazione estiva e di dar conto del criterio utilizzato per l’erogazione di contributi alle associazioni e soprattutto se è stato ottemperato a quanto previsto dal Regolamento per la concessione degli stessi approvato con deliberazione n. 25 del 27/11/2014 dal Commissario straordinario del Comune ed ancora in vigore. Richieste oltremodo legittime, soprattutto se si tiene conto di quanto dichiarato dall’Amministrazione nel Documento Unico di Programmazione (DUP) da poco approvato in cui si elencano una serie di iniziative e si ostenta una ferrea volontà a collaborare ed incoraggiare le associazioni attraverso azioni di sostegno mirato per preservare la cultura e l’identità locale, essendo il turismo una fondamentale risorsa per il nostro paese. Ad oggi, di questa rivoluzionaria politica di promozione turistica neppure l’ombra, anzi la vicenda della proloco manifesta l’assenza di una seria attività di programmazione e di una lungimirante visione d’insieme. Avevamo condiviso, con un certo entusiasmo, l’iniziativa di creare una sorta di Consulta dell’Associazioni, auspicando che fosse proprio la Proloco a coordinarla, in virtù dello specifico della sua natura associazionistica, ma a quanto pare il progetto è morto sul nascere preferendo la politica dell’una tantum e a seconda degli umori di turno. Rischiamo, anche quest’anno, di doverci accontentare di un cartellone estivo di eventi dell’ultim’ora, costretti, cittadini e turisti, a dirigersi verso i paesi limitrofi capaci di diventare polo di attrazione. A queste, uniamo le preoccupazioni che condividiamo con gli operatori turistici per il ritardo nel completamento del lungomare che, dopo essere approdato all’EXPO di Milano sembra essersi arenato nelle secche della burocrazia, nonostante la pletora di tecnici e progettisti che avrebbero dovuto consegnarci l’opera già a fine dicembre. In merito siamo da tempo in attesa di risposta a seguito degli esposti presentati dal nostro gruppo su presunte irregolarità nell’affidamento degli incarichi. Le ambizioni turistiche di una città sono frutto di un’attività di programmazione seria ed oculata non certo di un processo improvvisato. Senza tener conto del waterfront,  i 30.000 euro previsti nel bilancio dell’ente alla voce Turismo e i 2.000 alla voce Politiche giovanili, sport e tempo libero, rischiano di essere del tutto insufficienti vista la politica perseguita ad oggi in tale settore, troppo spesso mortificato con la scusante delle difficoltà economiche e mentre esprimiamo piena solidarietà e collaborazione a tutte le associazioni che operano nel nostro territorio, ci confermiamo nella convinzione che anche in questo, come in tanti altri settori, l’Amministrazione Migliarese si distingue solo per approssimazione e improvvisazione.

                                                               IL GRUPPO DI OPPOSIZIONE

                                                                    Impegno e Solidarietà

Finchè Palco Non Ci Separi brilla al Teatro Impero

E’ tornata, nuovamente, a calcare i palcoscenici comprensoriali, con una strepitosa replica del proprio pluri-apprezzato lavoro teatrale, la compagnia Finchè Palco Non Ci Separi di Montepaone Lido. Infatti, Domenica 7 Maggio, il dinamico e moderno spettacolo “Champagne & Bon Bon”, ha entusiasmato il pubblico del Teatro Impero di Chiaravalle Centrale. Una commedia farsesca, dai toni brillanti, politicamente scorretta che con un vortice inebriante di cambi scena e azzardate caratterizzazioni è riuscita a far riflettere su temi sociali importanti, sconvolgendo e divertendo i presenti. I numerosi applausi hanno confermato, ancora una volta, la vitalità e la capacità artistica della giovane compagnia teatrale Montepaonese. Tanta soddisfazione espressa per questa ulteriore conferma per il gruppo, il quale, è riuscito a trasformare la propria giovane età in un punto di forza, un motore propulsivo che riesca in qualche modo a fare da magnete per attirare nuove generazioni di appassionati al teatro amatoriale. L’associazione Finchè Palco Non Ci Separi diretta da Giuseppe Grande, ha partecipato al concorso teatrale “Città di Chiaravalle Centrale” al di fuori della competizione, ricoprendo anche il ruolo di direzione organizzativa dell’evento culturale Chiaravallese. I prossimi appuntamenti al Teatro Impero saranno Domenica 21 Maggio, con la compagnia teatrale “Il Sorriso” di Isola Capo Rizzuto diretta da Franco Sacco e Domenica 4 Giugno con la compagnia teatrale “Teatro Hercules” di Catanzaro diretta da Piero Procopio.

I bisogni degli invalidi sul lavoro al centro del congresso Anmil

La giornata regionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, promossa dall’Anmil, non è stata solo l’occasione per ritrovarsi tutti, assieme anche agli associati della Sicilia e della Basilicata, per confrontarsi sull’applicazione delle normative a favore degli invalidi sul lavoro e per premiare gli iscritti all’Anmil da più tempo, ma soprattutto per fare fronte comune su quelle che sono le reali esigenze degli assistiti spesso ignorate dalle istituzioni. In prima fila, nella sala gremita della Cittadella Regionale, c’era sabato scorso anche l’assessore regionale al Welfare ed al Lavoro Federica Roccisano, che ha potuto ascoltare le rimostranze del presidente regionale Anmil (Antonio Carlizzi) e dei presidenti territoriali di Catanzaro (Luigi Cuomo, che ha altresì coordinato i lavori), Cosenza (Vito Lorusso), Crotone (Giovanni Siciliani), Vibo Valentia (Michele Caridà) e Reggio Calabria (Francesco Costantino), ma anche dei rappresentanti sindacali ed associativi in merito al riconoscimento degli infortuni subiti ed al diritto al reinserimento lavorativo. L’Inail, che collabora a stretto contatto con l’Anmil, per stessa ammissione della delegata Annarita Lofrano e dell’assistente sociale Ida Grande, sta compiendo degli sforzi a sostegno dell’inserimento sociale e lavorativo della persona resa invalida da un infortunio, attraverso interventi di formazione e di adeguamento del posto di lavoro che vanno ben al di là dell’assicurazione dell’indennizzo. Il riconoscimento degli indennizzi, del resto, come hanno ben chiarito Maurizio Simone della Fand regionale (Federazione delle associazioni delle persone con disabilità) e Luciana Loprete, presidente appena eletta della Fand di Catanzaro, è solo uno strumento di “ristoro” dell’infortunio subito che non potrà mai colmare lo stato di disabilità in cui di colpo il lavoratore viene a trovarsi. Ci vuole molto di più, specie in una regione in cui la commissione regionale istituita ad hoc si è riunita solo una volta, ed in cui le agenzie del lavoro non sono ancora efficienti nell’applicazione della legge 10/2011, come lo sono ad esempio in Sicilia. Già la legge precedente, la 68/99, che prevedeva l’inserimento al lavoro delle persone rese invalide a seguito di un infortunio, è rimasta per la verità disattesa, come ha avuto modo di chiarire l’assessore Roccisano. Tuttavia, le premesse per promuovere un tavolo di concertazione tra le parti sociali, e perseguire la direzione che, tra un’indennità ed un contratto di lavoro, preferisce assicurare agli invalidi, già provati nella loro dignità, proprio l’opportunità di un lavoro, ci sono tutte, almeno nelle intenzioni dell’assessore.

C’è poi la questione dei familiari dei caduti sul lavoro, equiparati per legge ai congiunti delle vittime di mafia, e quindi con diritto di prelazione sugli altri nell’assegnazione di un incarico lavorativo: il caso della giovane vedova dell’operaio Sciarrone, deceduto sul cantiere della Salerno – Reggio Calabria, ha commosso i presenti perché emblematico di quello che le mogli ed i figli si ritrovano a dover affrontare a seguito della perdita improvvisa e devastante di un congiunto uscito di casa per lavorare e mai più ritornato. La giovane vedova da anni chiede di essere ascoltata per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, e l’ha fatto anche in questa sede, precisando che, indipendentemente dall’indennizzo, è proprio un lavoro quello di cui ha bisogno, per rispetto a se stessa e per i figli rimasti senza padre che devono poter guardare al futuro.

 

Ufficio stampa CSV Catanzaro

"Sangue del suo sangue": quello che ogni futura mamma dovrebbe sapere

L’equivoco sta tutto nella dicitura “donazione del cordone ombelicale”. E’ sufficiente, infatti, leggere più a fondo per scoprire che il cordone ombelicale, dopo la nascita del bambino, non è da considerarsi uno scarto che può avere nuova vita con la donazione delle cellule staminali in esso contenuto. Se così fosse, la donazione alle banche per la crioconservazione del sangue del cordone (ben diciannove in tutta Italia) sarebbe quasi un atto dovuto, oltre che solidale: chi si sottrarrebbe, del resto, dal donare il simbolo di una gravidanza giunta alla fine che potrebbe servire al trapianto delle cellule per la cura delle malattie del sangue? Ma ad una disamina più attenta della questione si scopre, invece, che gli ultimi studi scientifici vanno da tutt’altra parte. Anzi, per dirla tutta, vanno dalla parte del nascituro: il sangue contenuto nel cordone può servire ancora a molto, perché in esso il neonato trova una considerevole scorta di ferro e l’apporto necessario a rafforzare il sistema cardiovascolare e quello neurologico in via extra uterina. E di “sangue del suo sangue” si tratta. D’altronde, questo è anche il titolo del documentario realizzato dall’ostetrica Amyel Garnaoui e dal regista Angelo Loy che è stato proiettato sabato in tutta Italia, e che in ventisei minuti sviscera l’immediato “post partum” sollevando una serie di domande alle mamme, che hanno diritto ad essere informate sulle conseguenze legate alla procedura di raccolta del sangue al momento dell’espulsione del bambino. A Catanzaro la proiezione del documentario è avvenuta al Musmi, su iniziativa delle associazioni “Acquamarina” ed “Innecesareo”, nonostante i malumori che la proiezione, dai contenuti piuttosto “scomodi”, ha suscitato sul piano nazionale tra i vertici istituzionali, tanto da spingere la Regione Lazio a ritirare il patrocinio all’evento su sollecitazione del Centro Nazionale Sangue che coordina le banche per la conservazione del sangue cordonale donato. “Il nostro intento non è quello di condizionare bensì di informare le future mamme sulle possibilità che, al momento della nascita, implicano una scelta consapevole e non guidata – hanno chiarito, prima della proiezione, Licia Aquino, presidente di Acquamarina, e Cristina Masiani, referente di “Innecesareo”, affiancate da Lucia Pintimalli, volontaria attiva di “Acquamarina” – Molte donne non sanno che fine faccia il loro cordone perché nella maggior parte dei casi nessuno glielo dice. Informarsi in maniera adeguata, invece, porta ad assumere una decisione che tutti sono tenuti a rispettare”. Nel video, infatti, è lapalissiana la contraddizione che emerge, attraverso le interviste, tra quanti, a livello ministeriale, sostengono la donazione solidaristica delle cellule contenute nel sangue cordonale come la via preferibile e più affidabile per il contrasto di terribili malattie come la leucemia – omettendo di dire che non è l’unica, ma la più conveniente per il Servizio Sanitario Nazionale, visto che le sacche di sangue, acquistate al prezzo di mille euro dalle banche in cui vengono conservate, vengono rivendute a 17 mila euro l’una – e quanti invece, sulla scorta degli studi scientifici più recenti, ammettono che il sangue, che ancora pulsa nelle vene del cordone, sia fondamentale per il benessere del nascituro. Non a tutti, infatti, è chiaro che la donazione, per giungere a buon fine, debba rispondere a certi requisiti, sia in termini di quantità (una sacca corrisponde a circa un terzo del sangue del neonato) che di livelli elevati di cellule contenute nel sangue. Si può ben capire, dunque, come solo l’8% delle unità di sangue prelevato venga accettato dalle banche per la crioconservazione: tutto il resto non è di certo destinato a scopi solidaristici. La donazione, inoltre, comporta che il “camplaggio” (ovvero il taglio del cordone) avvenga il più presto possibile, a sessanta secondi, un minuto al massimo, dalla nascita: ciò permette di raccogliere un numero elevato di cellule, visto che il sangue continua a scorrere per almeno tre minuti all’interno del cordone. Per il bene del neonato, al contrario, l’atto del camplare dovrebbe essere differito il più possibile, perché è proprio durante la trasfusione placentare che egli si rafforza e si adatta al nuovo ambiente. Due esigenze contrapposte, dunque, che vanno ad aggiungersi alla possibilità riservata ai genitori, dietro pagamento di una cifra che varia dai mille ai tremila euro, di acquistare la proprietà del sangue cordonale del proprio figlio al pari di un “investimento” del proprio futuro, al fine di scongiurare malattie familiari attraverso la conservazione delle cellule staminali perfettamente compatibili. Il “kit” per la raccolta che, in tal caso, accompagna la mamma in sala travaglio, dovrà fare un viaggio oltre i confini nazionali, in Svizzera o in Germania, per essere conservato nelle banche realizzate apposta. La visione del documentario è stata a dir poco illuminante per la trattazione puntuale, e scevra da condizionamenti vari, del delicato argomento affrontato: è rimasto però il rammarico che a Catanzaro, ad approfittare dell’occasione, sicuramente irripetibile, voluta dalle associazioni, siano state davvero in poche.

 

Ufficio stampa CSV Catanzaro

 

Ancora Teatro ed Applausi a Chiaravalle Centrale con “Ottantottocento”

Tanti applausi e risate Domenica 30 Aprile al Teatro Impero di Chiaravalle Centrale. Un altro appuntamento del Concorso Teatrale Regionale che ha letteralmente colto nel segno, lasciando soddisfatta l’organizzazione ed entusiasta il pubblico presente in sala. La Compagnia “Ottantottocento” di Catanzaro, guidata dalla attentissima regia di Massimiliano Riccio, ha raccontato, attraverso il linguaggio della commedia vernacolare, una storia attualissima, basata sulla famiglia e sui rapporti cardine tipici del Sud Italia. La commedia, “U Compleannu da mammà”, composta da tre atti velocissimi, coordinati ed altamente dinamici. Uno spettacolo senza fronzoli, che cerca di ricostruire uno spaccato di vita quotidiana in una Calabria “senza tempo”. Emergono tanti spunti di riflessione dallo spettacolo, come il rapporto tra madre e figlio, un legame protettivo, alle volte troppo oppressivo, che vede le “mamme calabresi” come dei forti punti di riferimento, la cui morbosità, alle volte, ostacola lo stesso dialogo generazionale. C’è spazio in questa commedia, pittoresca ed originale, anche per l’amore, quello vero e sincero, che emerge proprio quando meno te lo aspetti, obbligandoti a lasciare i tuoi principi di vita per raggiungere un obiettivo di gran lunga superiore. Insomma, un appuntamento che ha lasciato il pubblico con numerosi spunti di riflessione, donando un altro pomeriggio di sorriso e di arte al Teatro di Chiaravalle Centrale. Il Concorso Teatrale Regionale “Città di Chiaravalle Centrale” continua ancora con altri tre spettacoli teatrali in programma, i quali si terranno il 7 Maggio con “Champagne & Bon Bon” della Compagnia Finchè Palco Non Ci Separi di Montepaone, il 21 Maggio con “Tra Moglie e Marito..” della Compagnia Il Sorriso di Isola Capo Rizzuto e a chiusura il 4 Giugno con “Comu vò Diu” della Compagnia Teatro Hercules di Catanzaro.

Fratelli d’Italia-AN, nominato nuovo coordinatore per i Territori di Montepaone e Montauro.

Giuseppe Grande, e’ stato nominato da Rosario Aversa, Coordinatore Provinciale Catanzaro Fratelli d’Italia-AN, quale coordinatore per i territori di Montepaone e Montauro.
Giuseppe Grande, avvocato e tributarista è impegnato attivamente nell’associazionismo e nel No Profit, è un giovane ventottenne, fortemente radicato sul territorio, estimatore e difensore delle piccole realtà locali, da considerare una risorsa in un progetto di crescita di politica, anche culturale e propositiva.
“La scelta di Fratelli d’Italia-AN – dichiara Giuseppe Grande – rappresenta la sola ancora di salvezza per la politica, poiché scevra da populismi, una realtà insomma che ancora crede in qualche ideale e che non si sottopone alle schiavitù ed ai servilismi dell’economia e della finanza. E’ giunto il momento di garantire un nuovo corso, fatto di certezze, di politica culturale, che guardi prima di tutto alle radici dei problemi che affliggono la società ed il territorio.” Grande soddisfazione perviene dal coordinamento provinciale Fratelli d’Italia-AN, che dichiara: “Siamo certi che il neo coordinatore Grande, saprà per le sue capacità e per la sua conoscenza dare una risposta alle esigenze dei cittadini, di quanti si riconoscono nel percorso del partito di Fratelli d’Italia-AN, con il contributo e la collaborazione di tutti gli amici che animano e rappresentano la struttura, la mente e la sensibilità del nostro partito.”

Treno travolge tre persone nel tratto Soverato Montepaone

Grave incidente sulla linea ferroviaria jonica all’altezza di Soverato. Un treno avrebbe travolto alcune persone. Un uomo, di cui non sono state diffuse le generalità, è deceduto sul colpo, per cause in corso di accertamento da parte dell’Autorità inquirente, dopo essere stato travolto dal treno in corsa. Dalle prime ricostruzioni dei Carabinieri della Compagnia di Soverato, intervenuti sul posto, sembrerebbe che l’uomo a causa del forte impatto, sia stato letteralmente sbattuto sulle travi in ferro adiacenti al binario, morendo sul colpo. Sul posto anche i Vigili del fuoco di Soverato e di Catanzaro, la Polizia Ferroviaria di Catanzaro Lido e i mezzi di soccorso.Proseguono le ricerche per comprendere se gli altri uomini che si trovavano sui binari al momento dell’impatto (altre due persone secondo le prime testimonianze) siano stati anch’essi stati travolti o se invece si sono dati alla fuga. Le forze dell’ordine stanno conducendo le ricerche con l’ausilio di fotocellule, in quanto il sinistro si è verificato in una zona poco illuminata.

La redazione

7 marzo, iniziativa Anmil alla Provincia

Anche quest’anno l’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) che da oltre 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro raccogliendo oltre 400mila iscritti, attraverso il Gruppo Donne per le Politiche Femminili – costituito da più di 15 anni per diffondere da un lato la tutela delle donne infortunate sul lavoro, dall’altro la sicurezza dei luoghi in cui esse operano – in occasione della Giornata della Donna promuoverà una nuova iniziativa per richiamare l’attenzione sul mondo delle donne lavoratrici e “manager” dell’impresa-famiglia.

Dopo aver realizzato, negli ultimi anni, diversi progetti che hanno avuto validi riscontri – come ricerche, giornate di studio, concorsi fotografici, musicali, artistici e teatrali – per il 2017 si è deciso di proporre un Concorso nazionale di poesia intitolato “Lavoro insicuro: riflessi negli sguardi delle donne” che invita a produrre componimenti che raccontino storie di infortuni al femminile, di madri, di mogli, di congiunti, attraverso i quali traspaiano i danni causati dalle conseguenze di un infortunio o da una malattia professionale nella vita quotidiana, familiare, sociale e lavorativa di una donna e dei suoi familiari.

Tale iniziativa sarà presentata anche dall’Anmil di Catanzaro, in occasione di una conferenza stampa che si terrà, nella sala consiliare della Provincia, martedì 7 marzo, alle ore 10.30.

 

 

La forza delle donne

Le associazioni “Ovroc”, “Moica” e “Vecchi giovani”, da anni impegnate ad animare con iniziative socio-culturali il quartiere “Corvo” nella zona a sud di Catanzaro, organizzano un dibattito al quale è invitata la cittadinanza in vista dell’8 marzo. Al tavolo dei relatori, infatti, siederanno professioniste, casalinghe e commercianti che vivono le problematiche delle periferie, perché in esse hanno scelto di abitare o di svolgere il proprio lavoro. Sarà il loro punto di vista, dunque – il punto di vista di Isa Mantelli, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà; di Concetta Carrozza e Flora Mottola, rispettivamente dirigenti scolastiche dell’Istituto Comprensivo “Casalinuovo” e “Catanzaro Est”; dell’architetto Raffaella Squillace  e della commerciante Silvana De Siena – a fare da filo conduttore alla discussione che vuole far emergere le criticità del quartiere per arrivare a redigere una carta dei bisogni da sottoporre all’attenzione dell’amministrazione comunale, rappresentata per l’occasione da Rosario Lostumbo, presidente della Commissione alle Politiche Sociali ed alla Cultura.

Nel corso del dibattito sarà dato spazio alle ragazze del laboratorio teatrale dei “Vecchi giovani”, che hanno preparato un recital di poesie avente ad oggetto “La forza delle donne”.
Ufficio Stampa CSV

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