Soverato – Gli alunni dell’ Istituto Salesiano: da Ferramonti di Tarsia a Serra San Bruno tra natura, cultura e storia
Gli alunni dell’ Istituto Salesiano hanno vissuto nelle ultime settimane, due interessanti visite guidate favorite entrambe dal bel tempo che questo tiepido inverno ci sta donando. Venerdì 5 febbraio ha iniziato il Liceo Classico con l’uscita didattica al Museo Internazionale della Memoria di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza, un ex campo di internamento, l’unico della Calabria, attivo dal 1940 al 1943 ma chiuso definitivamente nel 1945. Partiti di buon mattino, alunni e docenti accompagnatori, sono arrivati a Ferramonti intorno alle 10,00 qui erano attesi da esperte guide che con competenza e chiarezza hanno illustrato la storia del campo di internamento di Ferramonti sia durante gli anni di attività che dopo, dalla chiusura definitiva nel 1945 all’ inaugurazione del Museo della Memoria avvenuta il 25 aprile 2004. Al termine della visita, l’allegra comitiva si è trasferita al Centro Commerciale “Metropolis” di Cosenza per il pranzo al McDonald’s: momento tanto atteso da alunni e docenti vissuto in sana allegria. E dopo un giro per gli sfavillanti negozi del Centro Commerciale, è arrivata l’ora della partenza per il ritorno a Soverato, stanchi, sazi e contenti. Martedì 16 febbraio, è stata la volta della scuola media lasciare le spiagge di Soverato per arrampicarsi sulle alture delle Serre calabresi per raggiungere Serra San Bruno e visitare i luoghi più importanti e conosciuti del paese e dei dintorni: la carbonaia e la Certosa. Arrivati a destinazione, dopo un breve percorso a piedi, a contatto con la natura e respirando aria pura, professori e alunni hanno potuto visitare la famosa carbonaia. Qui un incaricato ha raccontato ai ragazzi la storia della carbonaia e il procedimento ancora oggi in uso per la produzione del carbone, ricordando anche che quella è una delle ultime carbonaie della zona. Il procedimento è tanto semplice quanto lungo nei tempi; infatti, per produrre il carbone con questo antico procedimento occorre almeno un mese di tempo. In seguito gli studenti si sono recati presso la Certosa: ad aspettarli la professoressa Francesca La Porta, che ha raccontato la vita di San Bruno, monaco tedesco fondatore dell’Ordine dei certosini. Bello notare come i monaci hanno soltanto a disposizione ciò che è strettamente necessario per la vita, come gli orti per l’autosufficienza e i cimiteri. La professoressa ha spiegato che ogni monaco oggi ha a sua disposizione un piccolo casotto dove, in assoluta solitudine, può dedicarsi alla meditazione, al dialogo con Dio e alla scrittura. Non mancano però, nella vita di un monaco certosino, i momenti comunitari e di condivisione in occasione di feste o funerali: la morte di un monaco, ad esempio, è un momento di festa sia per il defunto che per gli altri monaci perché la morte viene considerata come il definitivo avvicinamento al Signore. Gli studenti hanno avuto la possibilità, poi, di vedere una esatta riproduzione di una stanza di un monaco certosino chiamata “cella”: al suo interno un letto,una scrivania, un piccolo guardaroba e una piccola finestrella, mediante la quale il monaco riceve il cibo. La visita si è conclusa con una interessante scoperta: la tecnica con la quale i monaci in passato scrivevano libri, una tecnica rudimentale di stampa che consisteva nell’impilare all’interno di una sorta di timbro dei blocchetti di ottone contenenti i caratteri. Con questa tecnica un monaco esperto poteva stampare circa mille parole all’ora. Affascinati da quanto ascoltato, gli studenti si sono cimentati in una prova “stampa”: che fatica impilare le lettere in maniera specchiata per farle risultare dritte sul foglio! Un ringraziamento speciale da parte degli studenti va alle guide, ai professori e agli animatori salesiani che li hanno accompagnati durante queste interessanti uscite didattiche.
[box type=”info”] Gianni Romano[/box]