Torre di Ruggiero – inaugurata la statua equestre di Ruggiero il Normanno
Un altro importante tassello si aggiunge ai gioielli del borgo di Torre di Ruggiero,inaugurata in piazza Calvario la statua equestre di Ruggiero il Normanno voluta fortemente dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Pitaro,l’opera è stata allocata nella riqualificata e grande piazza sopra ad un artistico basamento in pietra e mattoni a faccia vista,un’opera che darà una precisa identità culturale al borgo delle preserre,sullo sfondo della piazza in via di ultimazione un grande murales che narra la storia di questo borgo immerso nella natura e nella storia millenaria della Calabria,presenti il sindaco Giuseppe Pitaro,il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci,autorità civili e militari,lo storico Gregorio Maletta,amministratori di paesi contermini e molti cittadini,che hanno ringraziato l’amministrazione comunale di Torre di Ruggiero,opera è stata eseguita da Michele Zappino di Zungri (VV),Conseguito il diploma,con il Prof. Lumino e il Prof. Reginaldo D’Agostino impressionati dal talento precoce consigliano Zappino di iscriversi all’Accademia delle Belle Arti. Zappino si trasferisce quindi a Milano e nella città segue a Brera i corsi di scultura di Francesco Messina, dimostrando una forte capacità artistica. Milano risulta essere, per il giovane artista, città ricca d’arte, culturalmente attiva, piena di continui stimoli per le sue ricerche figurative,ora l’artista vive e lavora a Milano. “La statua di Ruggiero il Normanno volutamente è priva di spada perché quando giunse a Torre di Ruggiero,queste le parole dello storico Gregorio Maletta, portava in mano una pergamena in segno di pace e di amicizia cosa questa che riuscì ad unire tutti i piccoli borghi del luogo sotto un unico stemma nobiliare,Sembra che le origini del borgo,continua Maletta,siano da attribuire alla migrazione della popolazione dei vicini centri abitati, che decisero di stabilirsi vicino ai campi che erano soliti coltivare. Costituirono, quindi, il primo nucleo abitativo attorno a una torre da intendere, secondo il Rohlfs, come “casa colonica”. In tempi remoti, continua lo storico Gregorio Maletta,infatti, la media e alta valle dell’Ancinale era chiamata Torre perché nel suo territorio erano sparse molte case coloniche. Pare che Ruggero I il Normanno, passando per queste contrade, abbia voluto riunire in un solo luogo i diversi villaggi di cui era formata la borgata” “Ruggero stesso,continua Maletta,sembra abbia suggerito la denominazione del borgo. Decise, infatti, di chiamarlo Torre di Spadola, visto che la maggior parte dei contadini proveniva dal territorio di Spadola,Il primordiale nucleo abitativo di Torre di Spadola compare per la prima volta in un documento datato 13 aprile 1071 e classificato come Dotatio et Privilegium in cui sia attesta la donazione del bosco di Torre di Spadola da parte Ruggero I a Basilio Scamardi, priore del monastero dedicato a San Basilio Magno. E sembra proprio che,conclude lo storico Gregorio Maletta, per tutto il periodo normanno, Torre di Spadola sia stato sotto la diretta amministrazione brasiliana.”
[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]
Montepaone – la scuola calcio a messa
Montepaone – ancora atti intimidatori
Gasperina – premi per la palestra di karate
Pioggia di premi per la palestra di karate “Gymnica”di Gasperina in occasione delle gare tenutesi a Foggia e valevoli per i campionati Interregionali (Sicilia, Puglia e Calabria). Gli allievi guidati dal Maestro Giorgi Alessandro hanno vinto diverse medaglie ma tra tutti si è distinto Alessio Schiavone con la conquista della medaglia d’oro. Il Karate è arrivato per la prima volta a Gasperina nell’autunno del 2011 ed in poco tempo è diventata punto d’eccellenza con varie collaborazioni sul territorio con altre associazioni tra le quali la budoclub di Chiaravalle Centrale.
[box type=”info”] articolo a cura di Gianni Romano[/box]
Montepaone – lettera del sindaco Froio
Riceviamo e pubblichiamo,
“Le motivazioni addotte dall’avv. Macrì nella sua lettera di dimissioni, oltre ad essere l’oggetto legittimo dell’interrogazione del gruppo consiliare di opposizione, tanto hanno fatto parlare e purtroppo sparlare nelle ultime settimane. E la mia risposta scritta a questa interrogazione riveste i caratteri dell’essenzialità proprio per cercare di porre fine a tutti i pettegolezzi e le strumentalizzazioni che queste dimissioni hanno causato. Di sicuro il motivo principale è stato un problema di incompatibilità caratteriale e spesso di diversità di opinioni, e di conseguenza di difficile convivenza di alcuni membri della giunta, che oramai si protraeva da diverso tempo ,e che, non permettendo più un sereno svolgimento del loro mandato, si ripercuoteva sull’intero organo esecutivo e sull’operato di tutta la macchina amministrativa. Le dimissioni dell’ avv. Macrì hanno solamente reso ulteriormente palese quella situazione, già comunque a conoscenza di buona parte della nostra cittadinanza, e quindi accelerato una mia decisione, e cioè quella dell’azzeramento della giunta nella sua totalità, già precedentemente assunta e antecedentemente comunicata e condivisa dall’intera maggioranza.
Ad onore del vero, a questa, che ribadisco, come più volte fatto attraverso diversi mezzi di informazione, essere la motivazione principale, si era aggiunto un altro elemento di confronto in seno all’intera maggioranza, e cioè la valutazione sull’opportunità politica della permanenza all’interno dell’organo esecutivo dell’ Assessore Sestito in seguito all’arresto di suo cognato. Fermo restando che non è mai esistito, nemmeno nell’immaginario, di nessun membro della maggioranza, e sottolineo di nessuno, il ben che minimo dubbio sulla assoluta trasparenza e sulla correttezza dell’operato di Roberto Sestito, ed anche gli atti non possono dimostrare altro che questo, e solo questo, e fermo restando che tutti ritenevamo non giusto che dovesse pagare un prezzo così alto per un esclusivo rapporto di parentela con una persona sulla quale, tra l’altro, non è stato ancora emessa nessuna sentenza di condanna, pur nonostante si era riconosciuta in maggioranza, l’opportunità politica di un suo spontaneo e momentaneo allontanamento dall’organo esecutivo. Non ho sentito di dover e forse nemmeno di poter giudicare il diniego di Roberto Sestito alla richiesta della maggioranza, ma di certo questo non ha fatto altro che acuire ulteriormente gli screzi e le distanze già esistenti tra alcuni membri della stessa maggioranza e che, lo sottolineo ancora, sono stati le motivazioni principali della mia decisione.
Una ultima considerazione, che forse dovrei tenere per me, ma che mi piace esternare, è un mio personalissimo giudizio su tutti i miei compagni di viaggio di questa dura e non facile missione, perché oggi davvero di missione si deve parlare. Questa vicenda mi ha fatto conoscere meglio , sotto diverse sfaccettature, più o meno positive, i singoli componenti della maggioranza, e di ciò, ad oggi, non riesco che a coglierne solo gli aspetti più nobili, siano essi di solidarietà verso un collega, siano essi di responsabilità e di giusta attenzione all’immagine della politica e della collettività tutta, o siano essi di immenso spirito di sacrificio per il bene comune. Valori splendidi e sempre più rari, ma che in parte sono offuscati da una grande amarezza che tanto mi sta facendo male e mi sta logorando, ed è la consapevolezza che qualche mio concittadino senza scrupoli ha strumentalizzato questa situazione, ed i termini usati nella lettera di dimissione di Giuseppe Macrì, solo ed esclusivamente per un vile tornaconto politico. A questo, o a questi sciacalli, vorrei chiedere se pensano davvero che possa esserci qualcosa di poco chiaro nel nostro operato e di quanto l’odio verso i singoli componenti di questa Amministrazione, che subirebbero un onta ed un marchio da portare dietro per tutta la vita, possa superare non dico l’amore perchè probabilmente non ne conoscono il significato, ma quanto meno il rispetto per la comunità nella quale vivono, se possono arrivare al punto tale da far fare un’interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni e quindi ad ipotizzare o addirittura a desiderare uno scioglimento del nostro Comune per mafia.”
Il Sindaco
Dott. Francesco Froio
Montepaone 12/12/2012