Montepaone – tra i fan in pizzeria

Una serata nella nota pizzeria “Il Ghiottone”di Montepaone lido per il calciatore Daniele Cacia, capocannoniere di serie B,che grazie alle sue magie ha fatto volare in serie A, la sua squadra il Verona. Tanti all’interno del famoso locale lo hanno riconosciuto, solita fila per autografi e foto di rito. Daniele Cacia, tra uno sfilatino della casa e altre specialità, non si è sottratto all’affetto dei suoi fan. Una giornata memorabile iniziata al comune di Catanzaro dove, il sindaco Sergio Abramo aveva inteso premiare l’atleta catanzarese che tanto bene sta facendo, sia come sportivo ma soprattutto come modello di vita. Giustamente  emozionato e stupito dalla folla di ragazzini di alcune scuole calcio che aveva riempito la sala concerti del Comune. Cacia quasi 30 anni, catanzarese del quartiere S.Elia, centravanti del Verona che quest’anno è tornato in serie A grazie e soprattutto ai suoi 24 goal, ha con la sua città un legame forte che esprime non solo quando viene a trovare la famiglia. Le sue origini emergono spontaneamente giorno dopo giorno grazie alla sua inequivocabile cadenza linguistica che gli anni vissuti tra Torino, Verona e Piacenza hanno modificato ben poco.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Soverato – rischia di morire per un parto cesareo,la famiglia si riserva di adire per vie giudiziarie.

Ospedale di Soverato nella bufera,dopo il triste epilogo che ha visto la morte di una bambina nata al decimo mese di gravidanza,ora una donna C.F. residente nel comprensorio del soveratese ha rischiato di morire per dissanguamento al parto cesareo,ad oggi è ricoverata in gravi condizioni  e costantemente monitorata visto il suo stato clinico,al presidio ospedaliero Pugliese – Ciaccio di Catanzaro stante le sue condizioni  non proprio ottimali,la giovane donna ultimato il periodo di gravidanza decide di ricoverarsi per il parto al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale  di via Cardona a Soverato,ma questa è l’esatta cronaca dei fatti accaduti,un racconto minuzioso fatto dai parenti che sono pronti ad adire all’autorità giudiziaria per tutelare la propria congiunta,”ll giorno 24.06.2013 la signora  C.F.  si reca presso il presidio Ospedaliero di Soverato per effettuare un parto cesareo pianificato con il ginecologo. La signora C .F. ha avuto una gravidanza regolare e dopo i vari controlli di routine e le consulenze previste all’accettazione in reparto viene ricoverata affinchè l’indomani mattina possa effettuare quanto concordato con lo specialista. Alle ore 10.30 del 25.06.2013 la signora C.F. viene prelevata dalla sala degenza e portata in sala operatoria per il taglio cesareo. Iniziato l’intervento l’equipe medica di quel giorno opta per una anestesia epidurale. La paziente,  sin dall’inizio sentendo parlare i dottori durante l’intervento avverte che le cose non vanno per il meglio, infatti essendo lei stessa infermiera professionale, avverte molto nervosismo in sala operatoria, ciò è supportato dal fatto che componenti dello staff medico chiedevano al chirurgo il come avesse fatto a “reciderla” e lui nervosamente rispondeva “non devo vedere anche a te adesso”. Sta di fatto che la paziente ha cominciato a rendersi conto di cosa stesse succedendo e sentire dolore nonostante l’anestetico, costatando una copiosa emorragia provocata da un erroneo taglio di un vaso sanguigno. Essa viene subito sedata totalmente ed esce dalla sala operatoria solo alle 13.30. Al risveglio si sente male e dopo aver chiamato i dottori ci si accorge che la pressione arteriosa è molto bassa e che il valore dell’emoglobina è a livelli minimi, al rischio per la sua incolumità. La  signora C. F. aveva un ‘emorragia interna e stava dissanguandosi. Viene alle 15.00 riportata in sala parto ed operata nuovamente alla ricerca del vaso sanguigno responsabile. Solo alle 18.00 la paziente esce dalla sala operatoria avendo affrontato un intervento nel quale si è evinto che ha rischiato di perdere l’utero ed in ultima analisi la vita. Viene trasferita la sera stessa all’ospedale di Catanzaro in sala di rianimazione e gli vengono somministrate tra la sera del 25 e il 26  ben 6 sacche di sangue e 4 di plasma ancora oggi la paziente è ricoverata a Catanzaro con la bambina, la quale dopo un primo momento, nel quale era stata affidata alla nonna, segue la mamma in questa odissea.” I parenti i quali si sono riservati di adire per vie giudiziarie,si chiedono  se ancora nel 2013 si possa rischiare la vita per un’ intervento che dovrebbe essere di routine,ancora una volta la sanità calabrese nell’occhio del ciclone,una sanità che preferisce fare quadrare conti di bilancio invece che tutelare come dovrebbe essere la salute pubblica.

Montepaone – beach tennis

Un successo di presenze per l’edizione del beach tennis organizzato dall’associazione italiana tennis e Antonio Stella con il patrocinio del comune di Montepaone. La sede del torneo è stata la lunga e bianca spiaggia adiacente lo stabilimento balneare “Medea” vero fiore all’occhiello di Montepaone  con sullo sfondo  i colori del mare mare azzurro e cristallino  del golfo di Squillace.  Quindici i campi allestiti sulla spiaggia dove gli atleti provenienti da tutta la penisola si sono dati  battaglia a colpi di voleè e di rovesci. Un successo annunciato che ha fatto di Montepaone la capitale del turismo sportivo per un giorno. La sera poi allo stabilimento balneare Medea la cerimonia di premiazione, coppe targhe e riconoscimenti per tutti i partecipanti, alla presenza dei massimi esponenti della FIT, di Antonio Stella del vice sindaco di Montepaone Giuseppe Macrì e del presidente del consiglio comunale Tina Montillo.

[box type=”info”] articolo e foto di Gianni Romano[/box]

Montepaone – museo civiltà contadina e antichi mestieri a cura dell'associazione “Ri…vivi…amo Montepaone.

Continuano le iniziative dell’associazione culturale” Ri…vivi…amo Montepaone, “una associazione che grazie alle sue continue iniziative tiene vivi gli usi,costumi e ricordi della storia,impedendo che si possa dimentica del bello che esiste nei borghi antichi come il centro storico di Montepaone,e proseguendo nell’attuazione della propria programmazione, intende allestire una mostra museo di oggetti che testimoniano la civiltà contadina e vecchi mestieri,allo scopo il comune di Montepaone vista la richiesta dell’associazione con cui  ha chiesto l’autorizzazione all’utilizzo di alcune sale di Palazzo Cesare Pirrò,possibilmente i locali in uso alla parrocchia, posti al piano terra  si chiede inoltre l’autorizzazione all’utilizzo del campo sportivo sito in località “Ciaramidìo”, dal 20 luglio al 20 agosto2013  in quanto intende organizzare un torneo di calcetto, (II memorial). Il comune di Montepaone autorizzava l’associazione  che grazie alle sue continue manifestazioni stanno portando nel centro storico,significative presenze. L’Associazione Culturale “Ri Vivi Amo Montepaone” nasce nella primavera del 2011 e si costituisce nel mese di Ottobre dello stesso anno.L’organismo è apartitico e accoglie tutti i cittadini desiderosi di difendere e di affermare la loro identità e le loro radici; e  che condividono  l’ interesse di  valorizzare e promuovere il patrimonio culturale.Il Presidente, Marianna  Migliano, insieme  al Direttivo e ai soci tutti, si prodiga nella promozione di attività, manifestazioni ed eventi che mettono in risalto saperi e  luoghi di interesse del centro storico, offrendo anche spazi di impegno, di confronto e di aggregazione fra i cittadini intenzionati al recupero della vita sociale e culturale del paese.L’innovazione principale di questo organismo culturale è  la ricerca e l’analisi delle risorse del territorio, mettendone in luce i valori dal punto di vista culturale, storico, naturalistico – ambientale, artigianale e delle tradizioni, per  sensibilizzare e contribuire a formare, sia nel pubblico che nel privato, comportamenti nuovi capaci di sfruttare al meglio le risorse locali. Le numerose iniziative svolte finora sono la testimonianza dell’ impegno profuso dai soci e la verifica degli  obiettivi programmati. L’Associazione vuole essere, inoltre, un punto di riferimento per quei numerosi concittadini che abbiano delle idee o dei progetti  finalizzati a produrre e trasmettere cultura; consapevoli che questo paese vanta personalità impegnate nell’arte, nella poesia, nella musica e altro.

[box type=”info”] articolo a cura di Gianni Romano[/box]

nelle librerie “l’Italia che (non) va”scritto dal colonnello Salvatore Grenci

È uscito a cura della Falco editore,il libro “l’Italia che (non)va,scritto dal colonnello Salvatore Grenci,originario di Guardavalle ,ma residente da anni a Torino,dove opera come giudice di pace,un punto di vista alquanto privilegiato il suo che raccoglie in questo libro fatti,misfatti,luoghi di malaffare,mafia corruzione e tanta,ma tanta malapolitica,come ribadisce più volte Grenci nel suo libro,nonostante anni di malaffare niente è cambiato e se possibile anzi è peggiorato,scandali che esplodono giornalmente e che rischiano di assuefare il cittadino dai continui intrecci,mafia,stato,politica,ma invece come tende a dimostrare Grenci la attenzione deve necessariamente restare alta,anzi come dice lui possibilmente parlare a voce alta e farsi sentire quando è il caso. Ma in questo corposo libro Salvatore Grenci ne ha per tutti,cittadini toccati nei suoi capitali,anni di bugie sui conti della penisola,con i rimedi alquanto maldestri del governo italiano,per passare poi alle auto blu,alle scorte,alla P3 e alla P4,ai falsi poveri e ai falsi invalidi,cè poco da stare allegri leggendo questo libro,ma lo scopo di Salvatore Grenci è quello di fare aprire gli occhi e la mente al lettore di turno,Grenci tocca molte tipologie di malaffare,dai rifiuti,alle regioni ,alla tanto bistrattata sanità,un autentico colabrodo,i processi con ritardi endemici,ma ancora magistrati infedeli e magistratura ordinaria. Ma Grenci dice anche che non tutto è contaminato dal malaffare,non si può certo fare di tutta l’erba un fascio,ma Grenci ribadisce anche che l’Italia in tutte le classifiche europee e mondiali occupa i primi posti per negatività e gli ultimi per le (poche)posività,questo sicuramente è un dato di cui non andare fieri,ma Grenci non si vuole ergere a paladino con ricette miracolose,lui dall’alto della sua posizione essendo un colonnello ha un punto di vista privilegiato sul paese sempre più preso dall’imbarbarimento,parte forte il libro citando addirittura il Quirinale,una serie impressionanti di numeri e cifre,considerando che di norma il bilancio del Quirinale è segreto per prassi consolidata mentre alla casa bianca, il bilancio si legge tranquillamente dal salotto di casa su internet. Grenci poi si addentra in iter amministrativi e legislativi  con molti tentativi di riforme citati con dovizia di particolari,passando poi per la composizione dei governi,con formazioni,schieramenti e solite promesse da marinaio. Tagli alle spese inutili ma che inutili non sono, spese sociali,pensionati ,sanità,come colpire l’anello debole del sistema,una ricerca specifica sulle spese folli per il post terremoto da cui emerge che si spendono non si sa come 123 milioni di euro,ma Grenci non poteva non parlare di crisi economica tutt’altro che risolta,anzi come dice lui non è assolutamente alle nostre spalle e i timidi segnali di ripresa si vedono all’orizzonte. Un libro forte che appassiona e che conta ben 608 pagine,questa è L’Italia che (non)va,come dice Salvatore Grenci,l’importante è saperlo,conoscere,alzare la testa e la voce quando necessario.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Squillace – brillanti affermazioni palestra “Funakoshi club”Karate

Brillanti risultati ottenuti dalla palestra “Funakoshi  karate club”del maestro 6°dan Pietro Fiorentino agli assoluti tenutesi al palazzetto dello sport di Nicastro,una gara nazionale che ha vista la nota palestra di Squillace lido,fare incetta di medaglie questo grazie alla cura con cui sono stati preparati dal maestro Fiorentino gli atleti che hanno preso parte agli incontri,gli atleti che salivano sul podio sono Mauro Donna 1°classificato katà e 2°classificato nel kumitè,Danieli Carlotta 1°classificata kumitè e 2°classificata nei katà,Giurgiu Danieb 1° classificato kumitè e 2°classificato nel katà,Cavallaro Pietro 1°classificato katà e 2° classificato nel kumitè,Froiio Lorenzo 1° classificato katà e 2° classificato kumitè,Errico Matteo 1° classificato kumitè e  2° classificato nel katà,Alfieri Francesco 2 ° classificato nel katà e 2° classificato nel kumitè,Calabretta Michela 3° classificata nel kumitè e 3° classificata katà,mentre i ragazzini di gruppo si sono classificati al 3° posto.  Il Karate  è un’arte marziale nata nelle Isole Ryukyu, (oggi Okinawa), in Giappone. Fu sviluppato dai metodi di combattimento indigeni chiamati: te (, letteralmente: “mano vuota”?) e dal kenpō cinese.Prevede la difesa a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa, che prevede l’ausilio delle armi tradizionali (Bo, Tonfa, Sai, Nunchaku, Kama), è strettamente collegata alla pratica del Karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato della sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina. Il Karate fu sviluppato nel Regno delle Ryūkyū prima della sua annessione al Giappone nel XIX secolo. Fu portato sul continente giapponese durante il periodo degli scambi culturali fra i nipponici e gli abitanti delle Ryukyu. Nel 1922 il Ministero dell’Educazione Giapponese invitò Gichin Funakoshi a Tokyo per una dimostrazione di karate. Nel 1924 l’Università Keio istituì in Giappone il primo club universitario di Karate, e nel 1932 tutte le maggiori università avevano i loro club. In un’epoca di crescente militarismo giapponese, il nome fu modificato da mano cinese (, mano cinese?) a mano vuota (mano vuota?)– che in entrambi i modi viene pronunciato karate – ad indicare che i nipponici svilupparono una forma di combattimento di stile giapponese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Okinawa divenne un importante sito militare statunitense, ed il Karate popolare tra i soldati stanziati sulle isole.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Montepaone- L’AVIS premia il donatore Nicola Carito

Grande festa presso la sede dell’associazione dell’AVIS comprensoriale Montepaone -Montauro per premiare un donatore speciale Nicola Carito di anni 68,presente il presidente Salvatore Iannelli il direttivo e numerosi volontari,la famiglia di Nicola Carito è davvero speciale infatti sono tutti donatori,dal più grande al più piccolo uniti in una grande famiglia del volontariato come l’AVIS,fare del bene senza avere nulla in cambio se non un sorriso e la consapevolezza di avere fatto per il prossimo,donata a Nicola Carito una targa artistica.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Montepaone – cartella Equitalia da 438 mila euro

Arriva una cartella da parte di Equitalia di 438mila euro con il termine,pena il pignoramento della sua prima e unica casa,se non si ottempera al pagamento di questa , entro e non oltre trenta giorni,ma a ricevere questa pesante spada di Damocle è una vedova malata di 82 anni e allettata da cinque,con continue cure dei figli e della badante,una cartella piena zeppa di balzelli come INPS,tributi comunali ed altro se non che, il conto finale della cartella riporta una somma impagabile come quella arrivata,e poi la minaccia non tanto velata di pignorare la sua abitazione,una umile dimora di due sole stanze,una adibita a cucina e una a camera da letto,che è quella che stante la sua malattia invalidante la costringe suo malgrado a letto da più di cinque anni,tasse e contributi datati che l’Equitalia risvegliata dal suo antico torpore, manda a stretto giro di posta,con la possibilità reale che chi la riceve possa subire un infarto. Nonostante la cronaca ogni giorno parli di persone che si tolgono la vita,si danno fuoco o nella migliore della ipotesi ancora si parla e si scrive minacciando di pignorare la prima casa,nonostante un disegno di legge arrivato alla camera dica altro, La Commissione Finanze della Camera ha firmato e votato all’unanimità la risoluzione per riformare Equitalia. L’annuncio è dato dal presidente della Commissione Finanze, Daniele Capezzone. Tra i punti della riforma proposta: «più rate; impignorabilità della prima casa (se è unico bene del debitore); pignorabilità solo di un quinto (non oltre) dei beni produttivi; sospensione delle rate per il debitore in difficoltà; fine dell’aggio; riduzione degli interessi; messa in discussione (tranne nei casi di frode) del principio antigarantista per cui occorre il pagamento anticipato di un terzo per fare ricorso. Si tratta di principi di civiltà fiscale – commenta Capezzone (Pdl) e di rispetto per il cittadino-contribuente. Un conto è la giusta lotta alla vera e grande evasione, altro conto è l’inaccettabile tendenza a mettere in ginocchio famiglie e imprese che non ce la fanno». «Il Parlamento – prosegue il presidente della Commissione Finanze – ha indicato una strada ragionevole con l’impegno e il coinvolgimento di tutte le forze politiche, senza alcuna eccezione. E il Governo può farsi forte di questo fatto politico rilevantissimo». Per la prossima settimana è stata calendarizzato, sempre in Commissione Finanze, una risoluzione sul tema della riscossione locale, per indicare un percorso e garantire quindi continuità ed efficienza,ma alla camera si è andati ancora più avanti,vietare per legge la possibilita’ dello Stato di espropriare la prima casa di un debitore del fisco: lo prevede una proposta di legge di 20 deputati Pd.La proposta di legge (primo firmatario il deputato genovese Mario Tullo) ha l’obiettivo di fare in modo che Equitalia, la società pubblica partecipata da Agenzia delle Entrate e Inps, non possa mai più espropriare e mettere all’asta la prima e unica casa in cui vive chi ha un debito o un contenzioso con lo Stato. La proposta di legge sarà presentata alla Camera dei deputati entro fine giugno.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

 

Montauro – paternità negata

Ancora un caso di paternità negata,nonostante il dispositivo del giudice sia chiaro,al padre viene impedito dall’ex moglie di vedere il proprio figlio,la persona ritratta nella foto è Felice Scalfaro che vive a Montauro,un padre che appartiene alla lunga lista di padri negati complici sicuramente in buona fede di tribunali,istituzioni e assistenti sociali,oggi sono molte le donne che vivono in stato di allerta,ragioni sociali o culturali legate ad una concezione della donna ,vecchia da decenni,fermo restando fatti gravi di cronaca,si invocano quindi leggi drastiche per gli uomini che,padri,spesso vedono negato questo diritto,anzi l’unione Europea ha condannato l’Italia per questa legge spesso e volentieri disattesa,purtroppo molti padri, quelli che amano i propri figli e che mai potrebbero nuocere a loro per risentimento verso le madri,faticano a dimostrare questo amore,troppo spesso si dimentica che il futuro e il destino del bambino,la felicità,il benessere specie in tenera età dipendono da certe decisioni,concordate, credono di operare per il bene del bambino ma spesso e volentieri così non è,si può anche comprendere l’avversione di una donna per il suo compagno,nulla quaestio,sulla decisione di separarsi per sempre,ma appare disumano e fuori luogo imporre la stessa separazione tra un padre e un figlio,diversi sono i sentimenti,diversi sono i pensieri,diverse anche le emozioni,le volontà,i desideri che possono intercorrere tra padre e figlio,e il semplice tentativo di limitarlo o addirittura di impedirlo. Una ingiusta violenza che provoca con questa privazione di fatto un orfano da una parte e uno dall’altra,Felice Scalfaro non vede il suo piccolo di soli quattro anni da diversi mesi, carichi di angoscia e di dolore,al punto da essere dilaniato e devastato,ma nei loro rari incontri tra padre e figlio,entrambi hanno manifestato un reciproco affetto ed una emozione incontenibile,piccole esperienze fatte di giochi,risate e tanta allegria,i conflitti tra separati non possono e non devono vanificare tutto questo,annullando con un colpo di spugna i sentimenti che non hanno nessuno sbocco,quali sono cè da chiedersi i risultati di questa separazione forzata,voluta e perseguita con ogni mezzo di questo distacco che sembra prolungarsi al’infinito tra padre e figlio? Se una lato c’è un uomo sofferente,dall’altra c’è un bambino innocente traumatizzato all’improvviso,della mancanza della figura paterna,a cui causa la sua giovane età non sa darsi una risposta,”perché si chiede Felice Scalfaro,la parola papà fatta di due sole sillabe,dovrà restarmi in gola,ferma e immobile come un suono muto,inarticolato,continua Scalfaro,e quando potrò finalmente pronunciarla a voce piena.”

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

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