Nel corso di un riuscito convegno sui rischi del web,organizzata dall’associazione Solidales del presidente Saverio Candelieri,a Montepaone lido,tante le tematiche affrontate, presente come relatore il sociologo e criminologo Valerio Geracitano. L’intervento che lo ha visto protagonista trattava in merito a tematiche di rilevanza sociale, Geracitano,ha analizzato le varie tipologia di truffe informatiche nelle quali si può incorrere qualora non si prestasse attenzione,tra queste il PHISHING tecnica con la quale si inviano le mail nelle quali si invitano i lettori a cliccare sul link di siti bancari o postali. Illustrati anche keylogger software ed hardware per cifrare tutto ciò che si digita sulla tastiera. in maniera più approfondita,Geracitano, ha trattato in merito al cyber bullismo e alla dinamicità con la quale questo fenomeno sta divagando nelle fasce giovanili, ha effettuato un analisi sociologica sul fenomeno stesso circoscrivendo il bullismo in un luogo spazio temporale ben definito e il cyber bullismo come un file che si trasmette più veloce di un virus. il sexting immagini e video girate fra compagni che ritraggono scene di sesso esplicito o copertine simili. in ultimo con la dovuta attenzione i pericoli che si incorrono su un abuso di face book,la differenza tra responsabilità e proprietà – il fenomeno delle neck nomination – l’abuso di ask – la sindrome dell’uomo blasè di simmel che si trovava a vivere tutto in modo superficiale perché distratto dal contorno ( amici virtuali ) facebook come palcoscenico nel quale recitare un ruolo e l’aspetto da analizzare come la voglia di mandare un messaggio alla genitorialità . Ma molto sentito è stato l’intervento sul cyber bullismo,un fenomeno che ha registrato anche una serie di suicidi tra giovani, Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia “bullismo” online) è il termine che indica atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messaggistica istantanea, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web, Il termine cyberbullying è stato coniato dall’educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment (“cybermolestia”) che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne]. Tuttavia nell’uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l’ordinamento italiano, del Codice della Privacy. Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest’ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. In Inghilterra, più di 1 ragazzo su 4, tra gli 11 e i 19, anni è stato minacciato da un bullo via e-mail o sms. In Italia, secondo l’Indagine nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza pubblicata nel 2011 [fonte: Eurispes, Telefono Azzurro, 2011] un quinto dei ragazzi ha trovato in Internet informazioni false sul proprio conto: “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%). Con minore frequenza si registrano casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione .
[box type=”info”] Gianni Romano[/box]