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“Quando la vita mi ha messo di fronte a tanti no: non poter guidare, non poter correre, non poter fare tante cose, ho cominciato a cercare un sì…, a conquistarmi qualche sì…”
Così Anna Cosco, durante la conversazione che abbiamo tenuto ai margini della sua mostra. I locali sono quelli di Montepaone Lido, nella prestigiosa sede del Comune, davanti alla piazzetta, luogo centrale del ritrovo pomeridiano e serale, specie per le famiglie. La mostra occupa proprio il piano superiore, la grande sala Consiliare, che si apre sul balcone dal quale si assiste allo scenario della piazza e alla sua vita serale.La sala ti accoglie in maniera insolita. Gli oggetti non stanno rigidamente posti come pura esposizione, ma, nella loro disposizione, catturano lo sguardo. Del resto è una ” mostra del Bello”, di una artigiana del Bello. E la bellezza attira. Ma è bellezza con anima, perché vive della passione di chi la crea e della passione che vuole accendere in chi la osserva.La tipologia delle creazioni è varia. Fondamentalmente si tratta di oggettistica estetica: collane, braccialetti, orecchini e oggetti “fuori categoria” da portare con sé, per far godere gli occhi e la mente. La tecnica è quella della connessione creativa, della “composizione”, dove qualcosa di nuovo irrompe dal creativo assemblare oggetti differenti. Il materiale è povero; pietre, conchiglie, ciondoli, catenelle. Non si usano oro, argento o altri metalli preziosi, quindi. Non si tratta di alta gioielleria. Anna ci dice: “Mischio tante cose tra di loro ed è l’insieme che crea il senso, non il singolo oggetto e il suo valore economico. Il vero valore non consiste nel metallo o nella pietra, ma nell’anima, nella bellezza che coglie nella creazione lo sguardo di chi la osserva,che non è che un riflesso della bellezza che ognuno porta con sé. Il valore non è separabile da chi vede l’oggetto, lo coglie, lo vive. Il valore lo facciamo noi, lo fanno loro (indicando le persone che sempre più numerose stanno entrando nella sala), lo fai tu” .Una cosa che colpisce l’osservatore è il colore. Sono forti i colori di questi oggetti. Sarà per l’abbondante presenza di conchiglie o degli originali poggiatoi creati utilizzando fichi d’India, o nella sabbia di mare disposta a formare vaghe lettere e simboli. L’accompagnamento delle creazioni di Anna non le appanna, ma anzi le esalta. Sono soprattutto le grandi mani in fil di ferro, con la loro espressività teatrale e artigianale, a dare un senso di surreale bellezza, antica e vicina insieme. Le mani sono creazioni del figlio Paolo; intorno ad esse le opere di Anna stanno appese e si intrecciano alle dita .Ma tu dove vuoi arrivare? “Voglio arrivare a tutte le donne. Voglio trasmettere un messaggio di libertà, che non è complicato, né banale, ma è semplice. Voglio insegnare… sì insegnare..”.. sottolinea con forza.. “perché ognuno di noi ha sia qualcosa da imparare che da insegnare… voglio insegnare a tutte le donne che non devono imitare nessuno. E’ qualcosa che va al di là dell’estetica. L’estetica è solo un simbolo. Ogni donna deve seguire il suo cuore. Scoprire e realizzare la propria unicità, la propria sorprendente originalità. Ogni persona è un piccolo capolavoro. Ha qualcosa di totalmente suo che deve realizzare senza timori, ma con convinzione”. L’oggetto creato diventa allora per Anna simbolo e codice di un linguaggio che dalla bellezza porta al cuore. Lei ci tiene che i suoi oggetti vengano vissuti come un richiamo che non si fermi ad essi, ma continui nella vita di ognuna delle donne che li comprerà. Da sempre dotata di una spinta creativa, solamente negli ultimi anni Anna sentirà la spinta intensa a dare a questa passione impegno, costanza e concretezza, scoprendo con le sue stesse mani il talento di cui è portatrice. E’ anche se stessa che porta in mostra, Anna, pur senza accorgersene. La sua fierezza, la volontà di conquistare un suo tempo, una sua voce, una sua libertà, dopo che una grave patologia degenerativa da quasi cinque anni ha messo a dura prova la sua esistenza, destabilizzando e mettendo in crisi tutto il suo precedente mondo. La serata di oggi, questa stessa mostra, sono un simbolo anche di questo. Di una storia, cioè, che ha saputo trovare nuova linfa e ispirazione, passione e coraggio, dopo che il presente sembrava solo un rosario di porte chiuse. Anche per questo queste creazioni assumono valore. Perché la loro Bellezza è anche un riflesso della Bellezza di chi li ha creati.
Articolo e foto di Gianni Romano