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Situazione al limite all’istituto comprensivo di Montepaone lido,molti i genitori che lamentano il fatto che non sia possibile effettuare la anticipazione per frequentare l’asilo,nonostante il comune nella persona del sindaco Massimo Rattà e l’assessore ai servizi sociali Annamaria Madonna abbiamo dato piena disponibilità per fare frequentare i bambini di due anni e mezzo all’asilo,allo scopo il sindaco Rattà aveva messo in bilancio anche una figura professionale da affiancare alle maestre,e ancora il comune aveva per tempo acquistato e consegnato alla scuola,tutti i supporti necessari alla fruizioni di bambini all’asilo,seggioloni,fasciatoi ed altro e chiedendo contestualmente alla direttrice didattica se non utilizzati di restituirli in quanto il comune voleva dotati di questi strumento l’asilo di Montepaone centro storico,ma senza ottenere risposta alcuna,ieri si è toccato un’altra situazione incresciosa,un genitore si presentava per la prescrizione di anticipazione si faceva dare il prestampato e una volta compilato lo consegnava al protocollo,quando tra il sorpreso e l’indignato gli veniva detto dal personale della segreteria scolastica,che non si accettavano documenti al protocollo,subito il genitore chiamava i carabinieri della stazione di Soverato che intervenivano sul posto a rilevare la denuncia. Quello che stupisce il genitore,è la mancanza di acquisizione di una atto pubblico -come farà a rispondere la dirigente,se non prende in carico le domande presentate-si chiedeva il genitore,quella della mancata osservanza della legge 28 marzo 2003 n°53 (la “legge Moratti”),è di fatto una situazione notoria tra le famiglie di Montepaone,che avevano riportato alla ribalta, tra altri, il problema degli anticipi,soprattutto per quanto riguarda l’iscrizione alla classe prima della scuola elementare. Infatti il legislatore stabiliva: “…possono essere iscritti al primo anno della scuola primaria anche le bambine e i bambini che compiono i sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento” indi per cui, per legge,è stato possibile, su richiesta volontaria delle famiglie, iscrivere bambini non ancora seienni alla classe prima delle nostre scuole elementari. La questione diventa più intricata se volgiamo l’attenzione ancora più indietro, all’anno iniziale della scuola dell’Infanzia; sempre la stessa legge aveva reso possibile anticipare l’ingresso ai bambini di due anni e ½,e sempre su richiesta volontaria delle famiglie. Prima d’allora nel nostro paese si era potuto rilevare una certa tendenza culturale ad anticipare le iscrizioni dei propri figli alla prima elementare da parte di un discreto numero di genitori; le ragioni sottese a tale scelta sono molteplici e di molteplice natura, ma resta il fatto che per molto tempo si è alimentato una sorta di sottobosco educativo gestito nello spazio interno della famiglia e sostenuto dal comparto scolastico privato, che ha dato il via in particolar modo al fiorire del fenomeno cosiddetto della primina. Il termine, diminutivo di prima elementare sta qui ad indicare una specie di mini -percorso di apprendimento dei prerequisiti della lettura/ scrittura, da proporre a bambini cinquenni in grado di accedere alla scuola elementare anzitempo nella collocazione di uditori, vale a dire in riserva, con l’accesso ufficiale solo in seconda classe previo esame di idoneità.
Articolo di Gianni Romano