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Una straordinaria occasione di socializzazione e di riscoperta identitaria

La visita al presepe vivente di Panettieri, la partecipazione alla straordinaria rappresentazione offerta dagli abitanti del paese più piccolo della Calabria è stata, per gli oltre cento cittadini montepaonesi che hanno aderito all’iniziativa promossa è stata un’occasione proficua non solo per riscoprire il significato vero del Natale ma anche per incontrarsi e socializzare”così Saverio Candelieri, il quale nel presentare l’iniziativa ha inteso ribadire che queste occasioni d’incontro possono rivelarsi la risposta giusta ai tanti fenomeni di disgregazione presenti anche nel nostro territorio. E’ infatti sempre più convinto che l’accrescimento della cultura resti ancora un ottimo antidoto a tali fenomeni e serve, nel contempo, a risvegliare la nostra memoria ed il nostro orgoglio identitario” . Ed è senza dubbio il presepe vivente più visitato della Calabria, quello più atteso, quello più mediatico. Anche quest’anno il vecchio borgo di Panettieri, Comunità della valle del Savuto al confine fra le province di Cosenza e di Catanzaro, ha ospitato luoghi e scene spettacolari, con attori e attrici che hanno saputo immedesimarsi in ruoli d’altri tempi, regalando al fruitore numerose e belle suggestioni. Il Presepio panetterese è divenuto nel corso degli anni un appuntamento di indiscussa bellezza storico-artistica. Una delle caratteristiche che rende unico l’appuntamento panetterese è il contesto che tutti i 375 abitanti del comune più piccolo della provincia di Cosenza realizzano per i visitatori. Decine di migliaia di persone giungono a Panettieri per osservare le scene ed i ritratti di vita quotidiana fedelmente ricostruiti rispetto alla Terra Santa dell’anno zero. Un’intera popolazione si prepara mesi prima per accogliere in sei giornate le persone che hanno voglia di rivivere la magia del Natale. La piazza e l’intero centro storico subiscono un restyling scenografico di impressionante effetto. La cornice, i tempi, gli spazi sono tutti sincronizzati e volti ad accompagnare il visitatore nella immedesimazione con ciò che accadde in quella Notte Santa. Una imponente struttura legata alla Palestina occupata dal potere Romano, oltre duecento personaggi, una nutrita equipe di tecnici al lavoro, trentacinque postazioni, dieci cavalli, cinque buoi, 1200 metri quadri di costruzioni, splendidi costumi mille torce naturali distribuite lungo il percorso, musiche tradizionali, un intero borgo trasformato in Presepe. Questi i numeri di un evento che anche quest’anno ha sancito la presenza di diverse migliaia di visitatori provenienti da tutta la regione. Un progetto ambizioso, supportato dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Bonacci e dalla Pro Loco del presidente Alberto Lucisano e che ha nel vicesindaco Salvatore Parrotta il deus ex machina dell’evento. Un avvenimento importante cui non hanno rinunciato gli oltre cento visitatori provenienti da Montepaone in una sorta di gemellaggio ideale tra le due comunità che coltivano una particolare attenzione per il simbolo più eloquente del Natale.
Chi, come gli entusiasti visitatori montepaonesi, si è recato a Panettieri in occasione del Presepe Vivente, ha avuto modo di fare un viaggio nel tempo – attore e spettatore- , osservare, entrare nei luoghi (capanna, falegnameria, lavorazione del latte, locanda, tintoria, casa dello scriba, lavorazione del pane, odori e sapori, intagli del legno), stare accanto ai personaggi (saggi d’Oriente, Erode, arrotino, calzolaio, famiglia di Betlemme, telaio, filatrici, materassaie, cestaio, fabbro, saponaia, mercato, acquaiole, maniscalco, spaccalegna) che hanno aiutato tutti a riscoprire come il presepe non è solo rappresentazione di una memoria amata ma soprattutto un modo del tutto singolare per andare al cuore del messaggio di Betlemme attraverso la capacità di portare ai nostri tempi, nella nostra città e nel nostro territorio, quel clima che dal presepe è suscitato, che soprattutto clima di pacificazione, di qualità delle relazioni interpersonali e di attenzione alle fasce più deboli. Alla fine della visita al presepe, scambi di saluti tra gli organizzatori dell’iniziativa. << Una storia, quella di Panettieri – così si è espresso Candelieri – che valorizza l’immagine di una Calabria certamente diversa da quella di oggi, o meglio da come è vista oggi, un’immagine che dobbiamo tenacemente sconfiggere con fermezza, anche e soprattutto con le coerenza e la trasparenza in tutti i settori della convivenza civile. Occorre, come dire, una sorta di ” strategia culturale d’attacco”: spesso i nostri problemi si risolvono proprio riannodando i fili con la cultura, recuperando quella che è la memoria storica e l’identità di questo popolo calabrese. »

Articolo a cura del nostro Gianni Romano

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