Riceviamo e pubblichiamo:
MONTEPAONE (CZ) – 3 LUGLIO 2018 – «I dati statistici descrivono, senza scrupolo alcuno, la miserabile condizione di cronicità in cui riversa la Calabria.
Migrazione sanitaria, prodotto interno lordo, valori di produttività, economia e lavoro, persino la speranza di vita!! Tutti dati segnalati con segno meno per la nostra Regione.
Dinnanzi a situazioni di tale ampia emergenza e tragedia anche la mera accusa politica appare effimera e semplicistica. Qui risulta necessaria una riflessione sociale, capace di orientare i cittadini Calabresi verso scelte amministrative più acute e lungimiranti che, nel complesso, prescindano da ogni tradizione clientelare.
Con chi lo fate il clientelismo se soldi non ce ne sono più?
Se la speranza di vita è ai minimi storici?
Se bisogna emigrare non solo per lavorare ma anche per curarsi?
Il tormento di ogni Calabrese dovrebbe essere proprio la buia produttività del suo territorio, che, nell’attesa di vedere concludersi un’autostrada, ha perso completamente la sua identità sociale ed economica. Alzare la testa non basta più, sarebbe stato sufficiente dieci o venti anni fa, ma ora non abbiamo più orizzonti d’orgoglio da tutelare.
Bisogna “reinventarsi”, senza annaspare per cercare di rimanere a galla, ma riconsiderando le nostre singolarità ed autenticità territoriali, scommettere su di loro, investire su di loro, prima ancora che lo facciano altri.
La politica in questo circuito di “rinascimento regionale” deve essere complice e non “terza protagonista” di una rivoluzione mentale. Scommettiamo sulle nostre aziende, aiutiamole a crescere, proteggiamo i nostri marchi tutelando sui nostri territori la loro economia, non “spiaggiamo” il nostro patrimonio culturale ed artistico ma rendiamoci orgogliosi di possederlo, cerchiamo di pensare al nostro futuro in una dimensione sociale e non personale, smettendo di vivere sulla scorta di falsi miti e teorie economiche che hanno rovinato la Calabria.
Dobbiamo farla finita di essere ipocriti, mascherando il nostro plateale dissesto, attraverso fotografie di mari incontaminati e montagne lussureggianti.
La vera fotografia della Calabria nel 2018 è raccontata dai dati penosi e non dalle copertine lucenti. Nonostante ciò che ci è stato accollato, nonostante il debito, le infrastrutture insicure e cadenti, i servizi inesistenti, il welfare sconosciuto, la tutela ambientale aggirata, le morti ingiustificate e l’imprenditoria imbrigliata in una laguna stagnante….nonostante tutto ciò la Calabria possiede i requisiti sociali e le competenze strutturali per farcela, basta fidarsi del cambiamento».
Circolo Fratelli d’Italia “Audentes”